Prendi delle foglie di radicchio, lavale, sminuzzale e falle cuocere a fuoco lento con burro.
Fu con un'apparizione di pochi secondi nel film Flashdance, che nel 1983 il fenomeno Breakdance esplose in tutto il mondo. Come a pionieri del calibro di Trac 2 e Spy, allo stesso modo dobbiamo dare credito a produttori come Henry Chaflant e artisti come Martha Cooper che contribuirono alla diffusione planetaria di questa disciplina. La moda era esplosa: film hollywoodiani (Breakin', Breakin 2), apparizioni televisive (I New York City Breakers in Argentina!), videoclip su Mtv, dischi (Uprock dei Rock Steady Crew), articoli sul New York Times. Si trattava di una vera e propria breaksploitation. Per tutti gli anni '80, i falchi dello show-business, con occhio esterno e forse per questo più lucido, si occuparono di dare una ripulita ai "ballerini di strada". L'asfalto si trasformò in parquet e i b-boy furono ben lieti di mangiare i frutti dell'albero proibito. Poi, come un fuoco di paglia, la moda svanì. Lo "sfruttamento" (exploitation) era terminato e al Breakin rimase solo un nome stereotipato nella cultura popolare e il complesso di Stoccolma verso i propri manager.
Prendi una manciata di noci, sgusciale,sminuzzale e uniscile a latte,uno spicchio d'aglio e una spolverata di noce moscata. Poi frulla tutto.
L'underground continuò a pulsare e gli anni a seguire viderò una grande evoluzione tecnica ed estetica. Così, scavalcato il millennio le nuove scene asiatiche ed europee avevano riportato la breakdance all'attenzione mediatica ed avviato una proficua stagione nel campo dell'insegnamento. Ma la scena underground provava ancora un amore perverso nei confronti del proprio sfruttatore, un legame nei confronti di quel mondo commericiale che l'aveva "sedotta e abbandonata" e che magari, un giorno, avrebbe potuto riprenderla fra le sue braccia.
Unisci la crema di noci al radicchio e fai amalgamare a fuoco medio per un paio di minuti.
Ad oggi, questa "dipendenza amorosa" persiste, ma c'è una novità. Alcuni b-boy stanno tentando di invertire il flusso di sfruttamento. Si stanno organizzando, dal cuore dell'underground, per proporre all'esterno qualcosa di già "economically correct". Questa è la b-boyxploitation. Come i b-boy nel cerchio sono contemporaneamente attori e spettatori, così nel business sono sia sfruttati sia sfruttatori. Autoproduzione e autosponsorizzazione. Se fino a pochi anni fa si demonizzava la figura del breaker (il commerciale) e si elogiava quella del b-boy (l'undergound) ora stiamo assistendo ad una "sintesi degli opposti". Precisiamo: fin dagli anni '80 esistono b-boy rispettati nell'underground che allo stesso tempo hanno un carriera come breaker. Una scelta, una prospettiva più o meno condivisibile che non andava ad intaccare i cosiddetti principi dell' essere b-boy. Ed è proprio su questi paradigmi che agisce la b-boyxloitation: dalla possibilità di relazionarsi con il commerciale si passa ad una vera e propria ingiunzione. Se prima si iniziava dall'underground e, per scelta, si passava al commerciale ora il percorso è inverso. Si parte dalla scuola di ballo e si finisce nel cerchio della jam. Hardcore post business. Ma, e sta qui la novità, lo stesso underground ora è in un certo modo "intaccato" dall'interno. I significanti per riconoscere e riconoscersi b-boy assomigliano sempre più a quelli del breaker e viceversa.
Prendi la pasta (mezze-maniche), cuocila al dente e buttala in pentola assieme al preparato.
Stiamo voltando pagina, anzi stiamo incollando una nuova pagina sopra quella vecchia. Siamo diventati liberi professionisti: manager con le sneakers. Schierarsi nel circuito on-line di bboyworld.com o thebboyspot.com oggi equivale a prendere parte e schierarsi in un battle; indossare gadget del "Circle Kingz" piuttosto che vestire "Biggest & Baddest" o l'italiana "Fluido" equivale a possedere una skill piuttosto che uno status; competere nel cerchio significa ancora esprimersi dando il 100% ma anche, e sempre di più, ritagliarsi un posto nella hall-of-fame, o essere premiati per il cypher-sniper (miglior b-boy nel cerchio); conoscenza (knowledge) ma anche "conoscenze" (relationship) come passepartou a nuovi eventi.
Metti la pasta in un piatto e guarnisci con una foglia di radicchio e mezza noce sgusciata. Buon appetito!
Parafrasando Chesterton, il nuovo b-boy di oggi "deve desiderare la vita come l'acqua e bera la morte come il vino".
Fu con un'apparizione di pochi secondi nel film Flashdance, che nel 1983 il fenomeno Breakdance esplose in tutto il mondo. Come a pionieri del calibro di Trac 2 e Spy, allo stesso modo dobbiamo dare credito a produttori come Henry Chaflant e artisti come Martha Cooper che contribuirono alla diffusione planetaria di questa disciplina. La moda era esplosa: film hollywoodiani (Breakin', Breakin 2), apparizioni televisive (I New York City Breakers in Argentina!), videoclip su Mtv, dischi (Uprock dei Rock Steady Crew), articoli sul New York Times. Si trattava di una vera e propria breaksploitation. Per tutti gli anni '80, i falchi dello show-business, con occhio esterno e forse per questo più lucido, si occuparono di dare una ripulita ai "ballerini di strada". L'asfalto si trasformò in parquet e i b-boy furono ben lieti di mangiare i frutti dell'albero proibito. Poi, come un fuoco di paglia, la moda svanì. Lo "sfruttamento" (exploitation) era terminato e al Breakin rimase solo un nome stereotipato nella cultura popolare e il complesso di Stoccolma verso i propri manager.
Prendi una manciata di noci, sgusciale,sminuzzale e uniscile a latte,uno spicchio d'aglio e una spolverata di noce moscata. Poi frulla tutto.
L'underground continuò a pulsare e gli anni a seguire viderò una grande evoluzione tecnica ed estetica. Così, scavalcato il millennio le nuove scene asiatiche ed europee avevano riportato la breakdance all'attenzione mediatica ed avviato una proficua stagione nel campo dell'insegnamento. Ma la scena underground provava ancora un amore perverso nei confronti del proprio sfruttatore, un legame nei confronti di quel mondo commericiale che l'aveva "sedotta e abbandonata" e che magari, un giorno, avrebbe potuto riprenderla fra le sue braccia.
Unisci la crema di noci al radicchio e fai amalgamare a fuoco medio per un paio di minuti.
Ad oggi, questa "dipendenza amorosa" persiste, ma c'è una novità. Alcuni b-boy stanno tentando di invertire il flusso di sfruttamento. Si stanno organizzando, dal cuore dell'underground, per proporre all'esterno qualcosa di già "economically correct". Questa è la b-boyxploitation. Come i b-boy nel cerchio sono contemporaneamente attori e spettatori, così nel business sono sia sfruttati sia sfruttatori. Autoproduzione e autosponsorizzazione. Se fino a pochi anni fa si demonizzava la figura del breaker (il commerciale) e si elogiava quella del b-boy (l'undergound) ora stiamo assistendo ad una "sintesi degli opposti". Precisiamo: fin dagli anni '80 esistono b-boy rispettati nell'underground che allo stesso tempo hanno un carriera come breaker. Una scelta, una prospettiva più o meno condivisibile che non andava ad intaccare i cosiddetti principi dell' essere b-boy. Ed è proprio su questi paradigmi che agisce la b-boyxloitation: dalla possibilità di relazionarsi con il commerciale si passa ad una vera e propria ingiunzione. Se prima si iniziava dall'underground e, per scelta, si passava al commerciale ora il percorso è inverso. Si parte dalla scuola di ballo e si finisce nel cerchio della jam. Hardcore post business. Ma, e sta qui la novità, lo stesso underground ora è in un certo modo "intaccato" dall'interno. I significanti per riconoscere e riconoscersi b-boy assomigliano sempre più a quelli del breaker e viceversa.
Prendi la pasta (mezze-maniche), cuocila al dente e buttala in pentola assieme al preparato.
Stiamo voltando pagina, anzi stiamo incollando una nuova pagina sopra quella vecchia. Siamo diventati liberi professionisti: manager con le sneakers. Schierarsi nel circuito on-line di bboyworld.com o thebboyspot.com oggi equivale a prendere parte e schierarsi in un battle; indossare gadget del "Circle Kingz" piuttosto che vestire "Biggest & Baddest" o l'italiana "Fluido" equivale a possedere una skill piuttosto che uno status; competere nel cerchio significa ancora esprimersi dando il 100% ma anche, e sempre di più, ritagliarsi un posto nella hall-of-fame, o essere premiati per il cypher-sniper (miglior b-boy nel cerchio); conoscenza (knowledge) ma anche "conoscenze" (relationship) come passepartou a nuovi eventi.
Metti la pasta in un piatto e guarnisci con una foglia di radicchio e mezza noce sgusciata. Buon appetito!
Parafrasando Chesterton, il nuovo b-boy di oggi "deve desiderare la vita come l'acqua e bera la morte come il vino".