domenica 22 giugno 2014

Negoziare il lutto: in memoria di Alessio Spitfire, Magnimel Crew e Crash Kid

Si dice che l'elaborazione di un lutto segua cinque fasi: negazione, rabbia, depressione, negoziazione, ed infine, accettazione. Ma si può davvero "elaborare" un lutto? Del tipo: elaboro un impasto di farina e sforno una pizza, elaboro un calcolo e visualizzo il risultato? Purtroppo no. Quando spartisci con la morte, torni sempre a casa con gli spicci. Il resto è endemico, la consolazione è nomade. Per chi vive, la morte è inevitabile: per chi muore, la morte uccide la morte. E allora sì, e solo in quel caso, l'elaborazione è un gioco a somma zero. zero = zero.

Per noialtri che restiamo, si tratta di gestire questi spicci affinché non si accumulino e diventino schiaccianti macigni. Qualcheduno li raccoglie nel salvadanaio della fede, pensando che un giorno essi saranno il cambiavalute della vita eterna, mentre qualcun altro li scioglie e li spalma su tutto il corpo come olio abbronzante, pensando di raggiungere l'equilibrio terreno. Purtroppo no, sta roba non regge. Dio non esiste e tutti videogame prima o poi crashano.

domenica 8 giugno 2014

Un bloody mary per smaltire: domande e commenti su LcomeAlice

Se questo spettacolo vi ha dato alla testa, quel che ci vuole è un bicchierone di bloody mary. Nelle ultime due settimane, ci siamo andati giù pesante: la vostra L è tornata in scena, ha fatto scena. Prima al Teatro Studio Uno, coinvolgendo nuovo pubblico e recensori (Gufetto, Ghigliottina, Persinsala, Kirolandia), poi allo spazio di mutuo soccorso Communia, rendendo "scena" quel che fino a pochi mesi fa era discarica. 

"Scenarizzare", come direbbe Yves Citton, è un'attività che lavora sull'impalcatura della narrazione quanto su quella mentale: vedere e ricordare Communia come la stanza "ad orologeria" della giovane Alice, vale molto di più del semplice immaginare o ipotizzare una tale visione. Lo stesso vale per gli oggetti di artigianato steampunk che Davide del Progetto Steam ha realizzato e scelto per lo spettacolo. Essi sono veri e propri "artefatti cognitivi", oggetti materiali che incarnano indizi scatenanti pratiche e idee divergenti. Non si tratta di arzigogoli scenografici: i manufatti di Davide funzionano e sono unici. Se apri la chassis del telefono, scopri un ingresso audio compatibile per lettori mp3, così come, se guardi da vicino l'avambraccio meccanico di Alice, avverti il ticchettìo dell'orologio, il crocchìo degli ingranaggi.

L con avambraccio e spallotto meccanico + cinturone a cura di Progetto Steam
Tutto questo serve a mostrare e incrociare mondi molteplici, caricare e accumulare resistenze in vista della scena e oltre. Il "teatro resistente di Alice", prolessi del saggio che ci ha dedicato Giuseppe Sofo, analizza questo tipo di conflittualità che critica i modi di produzione, i paradigmi della direzione artistica, i modelli spettatoriali e i limiti psico-culturali dell'oggetto-spettacolo, piuttosto che insistere sul presunto contenuto "socio-politico" della trama. Con L come Alice ci si autoproduce collaborando con altri autoproduttori, non per chiudersi ma per estendere il virus; il rapporto regista/attrice è portato volutamente all'estremo affinché generi una sovversione dello stesso; gli spettatori e le spettatrici vivono miratamente un'esperienza che mischia cinema delle origini (dove le proiezioni erano alternate a spettacoli di vaudeville, intermezzi musicali, presentazioni) e fantasmagoria (retroproiezione di "fantasmi" all'interno di un ambiente semi-illuminato, risalente alla fine del XVIII sec.); ed infine L mette in discussione il feticcio dell'oggetto-spettacolo come momento conchiuso in un'oretta di convivialità silenziosa e "gazzetteria rusticana" nell'arco di tempo atto a consumare una pizza. 

Sì, lo spettacolo è anche quello, ma se non coinvolge la partecipazione dello spettatore prima e dopo la mise-en-scene, è destinato a divenire solamente un rito di passeggio. Per questo disponiamo intorno alla scena, sul web, nei luoghi, tutta una serie di briciole di pane per orientare questa passeggiata prima, dopo e durante lo spettacolo. Un'esempio è la nostra valigia a doppia sacca, una bacheca di contributi plurimediali in continuo aggiornamento. Ma questo non è sufficiente, perché si tratta ancora di una una strada ferrata, mentre ci piacerebbe imbatterci in sentieri nascosti, caverne inesplorate, belvedere aggettanti sull'oceano che voi stessi potreste aver scoperto a nostra insaputa.

Quindi vi offriamo un bloody mary virtuale: immaginando il retrogusto di vodka farsi strada tra il pomodoro speziato, qui potete fare domande, confrontare versioni e ricostruire la storia della serata in cui vi siete sborniati di L.  

Smaltire l'hangover in compagnia, non è parte della festa?    

    

lunedì 2 giugno 2014

LcomeAlice insiste! 7/06 @CommuniaRoma


«De-programmare tutto, teatralizzare la lotta, occupare nuove spettatorialità»: di ritorno dall tre giorni al Teatro Studio Uno, L come Alice apparirà in veste apertamente "conflittuale" in una giornata interamente dedicata alle forme di teatralità resistente all'interno di Letteraria, il festival di letteratura sociale promosso da Edizioni Alegre e il progetto di muto soccorso Communia. Qui sotto potete leggere il programma, che si aprirà con la presentazione del libro Lotta di classe sul palcoscenico di Lidia Cirillo e una tavola rotonda che vedrà presenti Rialto, Cinema Palazzo e Teatro Valle.


Se avete già visto L come Alice e vi state domandando che c'azzecca L con la resistenza, questa è  l'occasione giusta approfondire la questione. Giuseppe Sofo, che è anche il nostro aiutoregista, si è scervellato molto su questo argomento, dando alla luce un articolo dal titolo (provvisorio?) di "Il fantasma reistente di Alice: un nuovo teatro per nuove pratiche di resistenza" in fase di pubblicazione su una rivista scientifica. Per districarsi tra i fili viscosi del progetto Alice, Giuseppe ha realizzato anche un'intervista a Laura Garofoli e il sottoscritto, intimando entrambi di non sbirciare le risposte dell'altro/a. Il testo è esilarante, quanto prezioso, e a breve verrà messo on-line (vero Sofo?).

Stiamo escogitando ulteriori trappole culturali, ma preferiamo di gran lunga incappare nelle vostre:
ergo: partecipate! ;-)

L come Alice (Facebook) | #LcomeAlice (Twitter)
L come Alice: la valigia a doppia sacca (Pinterest) 
LcomeAlice@gmail.com

 
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