giovedì 30 dicembre 2010

NexusTube Vol. 2


Combattimento mortale con Babbo Natale
Se al posto dei regali avete scartato un dito-con-unghia di Babbo Natale, beh, è stata colpa mia. Il barbuto aguzzino di renne ha resistito fino all'ultimo ma poi è caduto sotto i colpi del mio super-thomas di Natale. Rudolph, la renna dal naso rosso, tentava la fuga nel retrobottega ma con un elbow slide lo centravo nella spina dorsale, facendolo sprofondare in un lungo lunghissimo letargo invernale. Sghignazzava il grassone disteso a pancia in sù, con i bottoni della giacca tremolanti quanto i suoi denti marci. Gli ho rotto il naso con una stecca di zucchero. E sghignazzava ancora: "E' proprio vero" - gli dissi - "a Natale si è tutti più buoni". Ingollai gli ultimi sorsi di whisky prima di usare il resto per dar fuoco alla slitta che inplose in una cortina di fumo nero e caramelloso. "I regali per i bambini buoni!" - balbettò Natale togliendosi dalla bocca il dannato sogghigno e dilatando le dita della mano verso le fiamme. Così, mentre facevo rotolare verso di lui il pelo strapazzato di Rudolph, dissi: "La prossima volta, prima di regalare una pistola laser senza le pile, pensaci due volte". Slang - chiusi la porta del bagagliaio e sgommai sulla neve ancora umida. Poi riprese a nevicare

L'Ultimo capodanno dell'umanità
Si lo so, sono un inguaribile guastafeste. Ma almeno lo faccio con simpatia. Si perchè la storia di dire: "No a me del Natale non frega niente, è solo una trovata commerciale" - semplicemente non regge. E' come avere la presunzione di svelare a un bambino che Babbo Natale non esiste e rendersi conto con sorpresa che il bambino già sapeva tutto, fingendo di "non sapere" solo per far contenti noi adulti ed ottenere regali. Non possiamo fare a meno della finzione, del costume, del rito d'iniziazione: scambiamoci questi dannati regali ma facciamolo con cognizione di causa. Lasciamo perdere l'essere più buoni (quello si, un escamotage per illudersi che nella nostra società occidentale sia possibile una sorta di strategia-etica-dei-consumi che ci permetta di fare beneficenza comprando merce "Equo&Solidale"...) e lasciamo perdere "lo spirito del Natale". Quello che in filosofia viene chiamato zeitgeist (spirito del tempo), a Natale si estremizza e pastorizza all'ennesima ridicola potenza. Voglio dire, la mattina della vigilia ho visto un indiano andare in giro per i bar della città a vendere un tappeto a 500€ (poi ribassato a 50!). Gironzolava con il tappeto arrotolato in spalla, tentando di annientare con un bazooka-persiano l'ultimo superstite della guerra agli acquisti. Leggevo in un libro: "E' nei momenti di divertimento obbligato, che ci accorgiamo della loro insensatezza" - suona più o meno così anche in questi giorni. Gli scontri in piazza, la monnezza, i tagli, le menzogne: sembra tutto scomparso sotto un'anestetizzante coltre di regali che ci proietta in coma-farmacologico fino al boom del capodanno (grande il TG5 che in prima serata offre un servizio su come non esagerare col trucco nella fatidica notte). Per farvi un immagine vivida di tutti i miei pensieri vi rimando al racconto "L'Ultimo capodanno dell'umanità" contenuto in Fango di Niccolò Ammaniti (aka il regalo che ho fatto a mio fratello). Un racconto corale e brutale di un ultimo dell'anno alla "romanella", condotto con maestria attraverso brevi salti-letterari da un personaggio all'altro fino a un countdown di mezzanotte veramente da cardiopalma.

Monseur Patrick Boivin
Sul fronte dello streaming video ho il piacere di segnalarvi Patrick Boivin. Genialoide franco-canadese, è famoso nel mondo del b-boying per il suo gioco interattivo B-boy Joker, ispirato all'ultimo film di Batman: Il Cavaliere Oscuro. "Ah, si è quello con i pupazzetti che cioè si muovono ma cioè non si muovono da soli cioè cioè cioè..." - se non riuscite ad andare avanti con la formulazione di una definizione soddifacente, ci penso io: si chiama "stop motion". Non vi sto trattando da idioti, ma è bene sapere che ogni video è generalmente composto da 24 o 25 fotogrammi al secondo che mostrati in successione creano "l'illusione" del movimento. Lo stop motion applica alla lettera questo principio e scatta una foto per ogni unità di movimento. Così, rimontando assieme le foto con un apposito programma, si crea l'effetto di movimento a partire da una serie di posizioni statiche. I clip di Boivin vanno anche oltre, e si avvalgono di effetti di post-produzione e link interattivi. Inoltre è lo stesso artista a creare e modificare i suoi "pupazzi", attraverso un lavoro paragonabile solo alla pazienza di un monaco amanuense. Memorabili (e iper-visualizzati) i suoi clip sui Transformers, tutti rigorosamente home-made. Il più geniale per ora è questo video, letteralmente "beyond youtube".
  
Incredibile vero? Il signor Boivin è ormai stato accalappiato da brand internazionali come Google o LG e si è dato anche a cortometraggi crossover fra animazione e fiction. Proveniente dalla cultura underground che piace a noi (e le colonne sonore dei suoi video ne sono inequivocabilmente testimoni), Patrick Boivin rappresenta un'avanguardia nel campo della produzione audiovisiva. Autore, produttore e distributore di contenuti "home made" che lo hanno portato alla ribalta internazionale senza il bisogno di capitali, raccomandazioni o stage fasulli. Ora, sempre autore, ma con molte più risorse a disposizione e la possibilità di dirigere un cast e dei collaboratori. Che sia questo il futuro ma sopratutto il presente per i giovani autori dell'audiovisuale? Con l'esempio di Patrick Boivin non si può certo dire che la qualità vada a discapito della velocità di fruizione. Secondo me, finchè siamo in quel circuito artistico che ottiene il massimo con poche risorse, siamo nel giusto, siamo nel poetico. E se poetico significa uno stop-motion interattivo su una canzone di Curtis Mayfield: ben venga!




Ah si, buon anno e blablabla anche a voi. Il 29 gennaio al Floor Wars Italia tireremo le somme nel cerchio ;-)

giovedì 23 dicembre 2010

The Italian Xmas Burns Compilation 2010


Avete caricato le cartucce al sale per centrare in pieno culo l'odiato barbuto vestito di rosso? Se ancora siete indecisi su come far soffrire Babbo Natale, date un occhiata a questo video. Qui, la créme de la créme del breaking romano alle prese con i "burns" (ovvero i gesti di attacco derivati dall'Uprock) vi darà qualche suggerimento. Poi, qua e là, una spolverata di scazzi in stile commedia all'italiana e per finire una lezione di massaggio testicolare offerta dal nostro bboy Blinky (stirpe De Klan). Grazie alla magia di Frank Sinatra e del montaggio d'attrazione, spero di suggerirvi di quanto sciocche e demenziali siano le nostre risse (e "tele-risse"), di quanto a volte l'emozione ci rapisca e come un'ombra cinese ingrandisca la sagoma della maschera che ognuno di noi indossa sul dancefloor. Poi alla fine si ride, ci si dà la mano, eppure è solo rivedendo un video come questo che ci accorgiamo che forse era tutto uno scherzo già in partenza (ma non per questo meno vero e meno degno di essere vissuto). Perchè a noi italiani (dai tempi dei Comuni) piace litigare, ma ancora di più (dai tempi di Plauto) ci piace ridere facendo satira. Che altro dire? Parafrasando la canzone - "L'estate sta finendo, il caldo se ne va, sto diventando grande e ancora non mi...BUUURN!"



Auguri di "burn" Natale a tutti i bboy, le bgirl e i massicci che seguono il blog. 

mercoledì 22 dicembre 2010

Bboy Nexus 2010 - "Freestyle on the beat"


Vi aspettavate un mega-trailer dal montaggio scoppiettante e dalla musica impertinente: e invece no. Questo è solo (e soprattutto) bboy Nexus preso crudo e fatto a pezzi. Attenzione: questa non è la realtà e come potete leggere al termine del clip "se vuoi vedere di più: vai a vedere nel cerchio". Ma nemmeno in quel caso, in uno dei cerchi, potrete vedere il vero Nexus. Il vero, o meglio il sublime, si manifesta nell'affiorare di un attimo. Eppure questo intervallo relativo (il videoclip qui sopra), come direbbe Deleuze, rappresenta allo stesso tempo un tutto assoluto (tutte le mi entrate) poichè non si tratta di una foto, un pezzo di immagine statica, bensì di una materia-flusso, un'immagine-movimento. "Ah Nexus, non c'ho capito un cavolo" - direte voi. Lo so, le cose si stanno complicando. Sempre seguendo gli esempi di Deleuze, pensate solo che ogni scena del video rappresenti un singolo battito d'ali che compone il volo di azioni e movimenti che vanno a comporre il mio stile di ballo. Perchè il Breaking, come il Cinema, funziona per immagini-movimento: gli "step" dei footwork come i fotogrammi della pellicola, vanno a comporre un tutto organico fatto di "istanti non-privilegiati", che sommati (e non giustapposti) creano quello che viene definito un insieme aperto, l'Aperto. ecco perchè Poe One dice sempre: "Esegui il movimento come se in ogni istante ti dovessero fare una foto" - e ovviamente ogni foto dovrebbe risultare "bella da vedere". Il freestyle, l'improvvisazione-programmata caratteristica del b-boying, avrà sempre un valore in più rispetto allo schema (discreto, privilegiato, pre-organizzato, mondano) dei passi in successione. Nel freestyle si manifesta il sublime della danza, quello che un romanticista chiamerebbe il "guizzo di genio" o quello che Daniel Goleman definisce "il flusso": uno stato mentale dove la tecnica viene sublimata nel corpo offrendo al soggetto un'esperienza breve, creativa e decisamente emozionante. Vabbè: godetevi il video.

martedì 21 dicembre 2010

Dexter 5

Dexter 5
Showtime (FX Italia) - 2010
Leggi qui la mia recensione











E' finito Dexter 5: è meno male! Peccato perchè era il mio serial preferito e da oggi dovrà lasciare il prestigioso titolo a Breaking Bad (che va ancora forte verso la sua 4a stagione). Se frequentate da un pò questo blog, avrete imparato a conoscere il nostro Dex: agente della polizia scientifica specializzato in "macchie di sangue" nonchè serial-killer nonchè padre-marito-amante-fratello e anche un pò sociopatico. In verità fino alla seconda/terza stagione Dexter era uno dei serial più psicologici e "lenti" (cinematograficamente parlando) di tutti i tempi. E ora - Puff! - avete spremuto la serie cult degli ultimi anni 2000 e beh, ora non rimane che la buccia da grattuggiare per insaporire la pasta in bianco (vi ho messo fame?). Comunque sia rimanete aggiornati su Dex poichè sarà argomento di uno dei miei prossimi articoli sul b-boying. Si perchè anche Natale, nexusmoves continuerà a sfornare prelibati saggi, video e articoli per aiutarvi ad ammazzare il tempo in attesa di fracassare la testa a quel vecchio ubriacone dalla barba bianca che ogni Natale tenta di violare la vostra casa passando per il camino. Mi raccomando ragazzi: nessuna pietà per Babbo Natale!

lunedì 20 dicembre 2010

Flavor on the Floor

Flavor on the Floor
2vs2 breakdance battle
Roma, 19 Dicembre 2010









I primi regali del Natale romano se li portano a casa i De Klan. La coppia Rohan&Walrus vincono la finale contro Jeky e Kidstar (tornato a far baldoria dal lontano Belgio), a seguito di una ben più scoppiettante semifinale contro i Free Stepz (vedi il video). C'è stato anche del buon "pop-corn" nel contest dei più piccoli vinto dai Banana Flavor (a cui rinnovo l'invito a lasciare definitivamente la serie B). Maiki e Fabiola de Simone ce la mettono tutta per organizzare un buon evento che rientra nei tempi e scorre liscio senza grossi intoppi. L'affluenza dei workshop è alta, quella del contest un pò bassa. Siamo "quelli di Anagnina": un gruppo di ragazzi/e fra i 15 e i 30 anni che si allenano regolarmente presso la palestra Harmony in zona Roma-Anagnina. Attualmente questo è il luogo d'allenamento cittadino (il così detto "b-boy spot")  per eccellenza. Qui potete trovare Urban Force, De Klan, Free Stepz e qualche b-boy della old school romana come Jerry "Shea99", anche lui fra i protagonisti del battle di ieri. Dall'estate all'inverno ad Anagnina si respira un clima familiare che certo non preclude spazio a sfide e rivalità. L'evento di ieri ha confermato l'esistenza di un habitat "dall'equilibrio instabile" che a mio avviso è la caratteristica di ogni scena hip hop che si rispetti. Amicizia, rispetto, condivisione vanno di pari passo con antagonismo, confronto e attitudine alla sfida. Last but not least, mensione speciale a bboy Ino (Urban Force) che partecipando da solo al 2vs2 porta a casa (con un polmone in meno) la maglia del best b-boy dell'evento. Così, dopo aver consegnato i premi e imbracciati gli zaini i b-boy e le b-girl non si fanno gli auguri, ma dandosi il pugno si dicono:"se beccamo lunedì ad Anagnina!".

Io invece colgo l'occasione per fare gli auguri a tutti i b-boy e non. Grazie per continuare a leggere queste misere pagine virtuali, contribuendo a diffonderne l'epidemia anche oltre lo schermo. Knowledge and practice: Babbo Natale sarebbe fiero di voi!

sabato 18 dicembre 2010

The Phisics of Hip Hop

"It ain't about keeping it real, it's about keeping right"
Dj Kool Herc


To say that the Hip Hop culture was born in America is right. To say that it is an American culture is wrong. The concept of the Universal Spirit of Hip Hop promoted by the Zulu Nation starts from this assumption. That is, the spores of the culture spread around the globe, infecting and contaminating it, and then come together in one great source from which it can renew his process of diffusion. The Hip Hop as the Earth: a great mother who donates her belly to fertilize new life. The mechanisms governing the evolution of culture are complex, and the boundaries between what is inside or outside the "context" are hazy, dense and viscous products. Yet the machinery of evolution, of this Great Sun, has a solid core. From here we start to talk about "Physics of Hip Hop." Back to the Big Bang, rewind the analog tape and re-mastered it into the present.

If we recognize that Hip Hop has a hardcore and it was grafted multiplying like a virus across the globe starting with the teenagers of Bronx in the 70s, we are already well advanced. Then let's jump now, or rather at the turn of the years 2000 and 90s. The b-boying timidly back into the limelight thanks to two related factors: the promotion of a variety of contest (or bboy battles) that are disseminated on the Internet or via DVD. Born a new generation (mine) , partially linked with that of the 80s and 90s, but takes a solitary exploration beyond the boundaries of the discipline. The result is the increase of the technical possibilities of dance and the climb to the top of the international battle from countries unknown until a few years ago (South Korea, Japan and Eastern Europe to finish). The United States meanwhile reiterated the importance of the costitutive principles of b-boying (Foundation), influencing the aesthetics between the 2005-2007 and renewaling his position as a reference point on the world stage. Unfortunately, the lesson about "foundation" is accepted by many as a series of steps "fashionable", and after a first moment of success, foundation are now considered wrongly "off-range" by neophytes. In reality, the americans have tried to revive the "fundamental" to educate the new generations on cultural and artistic basis. Although on the commercial and visual side, it was a real operation of neo-colonialism of b-boying on a global scale, and the failure of it, is indicative of a trend of "counter-culture inside Hip Hop."
The counter-culture movements (that Hip Hop itself can enroll in the course of history) were born within a macro-culture reference (eg. Western, or European), promoting a lifestyle and principles tend to destabilize it. I believe that today's Hip Hop, at least nominally, has assumed the role of a real institution, creating in itself, upon general ambiguity of people, some internal movement of counter-culture. An example of all, is the recent spread of so-called Flexible style, whose practitioners are reflected in the punk or emo lifestyle rather than in Hip Hop, but claim that they belong in the scene of b-boying.
The most audacious acts of counter-culture, however, occur silently. They infect the cultural principles (from which derives the philosophical ones) that characterized the lifestyle of the b-boy and b-girl of the first three generations (70s-90s). Through ignorance of historical knowledge and the lack of connection to earlier generations, this new-generation against hip hop, from scratch, looking forward to the future and his gait burns bridges with the past. They do not recognize themselves in the past, because in the past they have only the image and not the track. As in the period of "fashion foundation" (2005-2007) we tend to look only at the outward appearance (the tecniques) and not realize that it (outside) is just the starting point to get to the content (the so called "inside"), the hardcore.

Our task is to unveil this deception.

If instead of reading a book, watch the movie that inspired, you're doing a double fault. First, the writing is linguistically more informative than audiovisual. Second, what you see is not a reality, but a transposition (ie interpretation) of it. Generation to generation, loss after loss, waste on difference, the kernel of Hip Hop is likely to crumble. The misunderstanding generates retroactively wrong interpretation of the principles foundation. The son believes he can judge his own mother from a photo album that shows. Without asking anyone who has taken and selected those pictures, he delves into a fantasy story in which he becomes the director: and here is his fault. The Counter-Culture Hip Hop, I think, starts from a misunderstanding fantasy.
The ghost appears on the network, between the comments of the br-boying videos. The b-boy, or what purports to be, it is now a "columnist for breakdancing". He is like "Gomer Pyle" (Kubrick's Full Metal Jacket) with his eyes already in the afterlife, who shot himself in the mouth sitting in the toilet, after killing the sergeant. Like that movie, the psychosis of the most ignorant of the soldiers comes from revenge of his fellow soldiers and not against the treatment, hard but fair, of the authority. In countries where cypher's battle are rare (like Italy), the web is populated by "Gomer Pyle" which pricked, without realizing it, the cardinal principle of discipline: mutual respect from direct confrontation. The b-boying is an aggressive expression, "hard but fair", which bases its peacefull right on battling. That's right: it is when you talk instead of fight, that trigger violence. The web has made public a private moment of our lifestyle: criticism and fierce exchange of words took place between two or more b-boy just before or during a challenge. At the end, the words were zero, everyone went home with his own idea, it was no use talking "after". Today ask yourself: would we have the same guts to say those things, with that tone, in the face of the b-boy concerned, and ready for the battle? If so, why do not we? Why can not we live this divergence of views as a time of growth, of respect, of real Hip Hop? Why leave offensive comments on thw web (speak publicly) and continue to mind our own (dancing in private)?
This "world wide web", as other practices, seriously go against the "Physics of Hip Hop."

So, here we are: second translation into english. I hope you enjoy and start posting comment and reflections about it. I've wrote this article one year ago and I think is still up-to-date. Before any kind of polemic: no, I don't say that flexible style is not hip hop. I say that "flexible-emo-metal-fad" is not Hip Hop. If you do flexible style on hip hop way (like Benji or Thesis) I think you really risk to be one of the best innovator b-boys in the world. Check this out!

mercoledì 15 dicembre 2010

The deceiving being - for a revaluation of appearances in Hip Hop Dance

Since childhood we led with the story that the "being" is more important than "appear". The growth of our inner life is more important than external, artificial. We grow to the sound of Cinderella, Beauty and the Beast and Superman: all heroes whose appearance deceive us. Everything that appears is thus an illusion. For Plato, our reality was a copy of the universal supercelestial apparent; for Kant, our senses themselves prevented us from accessing the "thing in itself"; the concept of avatar itself (the virtual representation of ourselves in cyberspace) is derived from religion Hindu, which is linked Schpenhauer speaking of reality as a "veil of Maya", which covers access to the knowledge of truth. We Grew up watching The Matrix, The Thruman Show and, of course, Avatar: everybody to tell us what our true self is overshadowed by the evil society of appearances.
Then something changes: the first disappointment in love ("but how?! I'm much better than other one!"); the first political delusions ("they are all corrupt!"); the first existential disappointment ("what a world of shit! I'm going abroad very nearly ..."). The appearance wins the essence, where "appearance" are associated to the others, and the essence are necessarily linked to us. Is the Other's fault if things go wrong, but luckily we can take refuge in the ego, the healthy kernel of our true being, the soft-white-kid in us and that the world still has not fouled. "To be and to have" is the title of the famous book by Eric Fromm, very popular in the 70s.

But today, after reading Paulo Cohelo or devote ourselves to Buddhism-Zen, one of the most common way to discover ourselves, is to dance. We used to say: "Dancing, I express myself" - evoking the gruesome image of our soul  crushed on the tip of a transcendental kind of juicer. Invigorated by this metaphysical orange juice we can go back to our dreary, artificial appearance. Yes, because the world goes like this; because, to paraphrase Fight Club, we can always take refuge in the "hidden cave."
According to the philosopher Slavoj Zizek, the idea of an "innocent me" (like the idea of a "glorious past") is the imaginary construction of our mind, to avoid dealing with emptiness kernel of our existence and to justify our conduct "artificial". The fact is that although we all know that "being" is more important than "appear", however, we continue to behave as if we didn't know. How do we do? Simply believing in the purity of our inner selves, that despite our conduct in the impure world of appearance, will remain a safe haven for our souls. It's the old military justification: "I only followed orders". We do not want to behave like that, but it is the Other that obliges us to do so. 
Which centers around this with the Hip Hop culture and b-boying? Mine, is not a a materialistic critic to humanity, but an humanization of matter that make up our appearance. If our being (the meaning) turns out to be a justification imaginary (a signifier), then the case will be to reassess the importance of appearance. Tarantino explains it well, when at the end of Kill Bill Vol.2 tells us his interpretation of Superman: Clark Kent is Superman's image of humanity. The real Clark Kent is Superman. His costume is made with the clothes he had been found as an infant.



In the world of Hip Hop we usually play as a character, a character different from what we are in everyday life. Like superheroes, we wear a costume and use our combined "super-skills" to win the battle, the challenge. Hip-hop is aggressive, but in the Latin term "ad-gredior" which means "to go to". Reach out to others, confront, express through the superficiality of our movements. Understand then how trivial is likely to be the phrase: "I express myself." If we really believe to express "ourselves", then there would be no need to do this through the metaphor of the artistic discipline, it's all already "expressed" by living our lives. What is at stake, in my opinion, is instead to embrace the so-called "appearance" to find on its surface a reality of our being that we do not normally express. That's because to be "ourselves" sometimes we have to become "other than us," and indeed, as Superman, thinking that the "superhero character" is real and that our "Clark Kent ego" is the idea that we give to the world.
 
Avatar, the Hindu's etymology, is the earthly incarnation of a god (the "meaning" that is embodied in a "significant", the concept embodied in the word, the substance that is poured into a glass) and the same is the case of cyberspace: the man (the meaning) that virtualizes a signifier (the accout of a role-playing game or a social network). Well in the case of hip hop, is exactly the opposite: it is the everyday person to be an empty signifier in search of numerous meanings to contain. Let me explain: it is our true self (the everyday) to be an empty glass while it is the character that we take dancing, to fill with content that void, our void. This is not to say that our life is worth nothing and that only art can give it meaning. In this case, go some way to take refuge in the idea of another imaginary "true self" hidden in the realm of art.
Zizek's solution is to find the sense on the surface of appearances, and not behind them, bacause in appearance there is already a part of our ego. Perform movements, gestures, attitudes away from us, means wearing the cloth of appearance that is already part of us (as in the case of baby-superman) and turn it into a superhero costume, not expressing what is in "ourselves" but what Lacan called "what is in us more than us". Much more honest.



 Yo! That's my first post in english. It's a translation of an italian one published one month ago. I hope you like and share it and maybe, one gloroius day, my blog will be bilingual (negative, bilingual doesn't reguard anything about bisex or oral experience). PS: Per gli italiani, potete trovare la versione originale cliccando qui
 

lunedì 13 dicembre 2010

Fluido Jam 5

 Fluido Jam 5
5vs5 Breakdance battle
Ials, Roma - 13 Dicembre 2010










 Si vince e si perde: in questo caso si perde. Con noi, a cadere nel precipizio delle selezioni, altri veterani della scena: Bandits, Ormus Force, Sons of Wars. Poi cadono in semifinale anche gli All Area dal giappone, fra i "buu" del pubblico e i sorrisi degli Skill Methodz (Usa) che si aggiudicano anche la finale. Vincono invece le selezioni i giovanissimi (Raw Muzzles, Free Stepz, Abruzzo's Flava) mentre  Flavor Kingz (in connection con la Spagna) e i resuscitati Natural Force, danno del serio filo da torcere alle crew straniere già selezionate per gli ottavi di finale.

Perde la location: sahara metropolitano che ha per qualche istante ci ha fatto dubitare che le evoluzioni di Taisuke fossero da attribuire ad un fenomiraggio del caldo. Perdono i cerchi (in cui non prendono parte nessuan delle bboy-star) ma vincono le salette dello Ials che permettono a tutti di riscaldarsi (e un pò ghettizzarsi, come accaduto nella saletta per bboy d'alto Pò, ribattezzata "Milano3").Vince il botteghino: grande affluenza, tutta Italia rappresentata. Forse perde l'organizzazione (sarà riuscito il nostro Loop a rientrare con le ingenti spese per gli ospiti internazionali?), sicuramente vincono gli organizzatori: Hooch (Uk Bboy Championship), Tyrone (IBE), Lamine (giudice internazionale). Tutti convocati in questo circo della bboyxploitation, ognuno con il suo ruolo più o meno azzeccato (vedere Hooch che rifiuta l'entrata della giuria di bboying perchè..beh semplicemente perchè lui non fa bboying, non è stato il massimo), sicuramente avranno avuto modo di osservare la scena, confrontarsi e programmare il nuovo schedule del 2011.

Ecco perchè un pò perde l'Italia, condannata ad ospitare vetrine internazionali al cui interno vengono messi in luce tutti tranne che gli italiani. Di chi è la colpa? Nostra, ovviamente, ma divisbile in due fattori: il primo di natura strettamente pragmatica (il nostro livello medio è buono, ma non abbiamo nessuna crew o nessun bboy che abbia conseguito un risultato internazionale importante), il secondo di natura psicologica (la cosi detta "sudditanza" verso l'estero che, come in questo evento, mette "l'americano" su un piedistallo e tutti noi sotto a sgomitare). Certamente, nemmeno il modello narcisitico-nazionalista francese è condivisibile: organizzi un contest, inviti delle crew estere, metti 3 francesi in giuria e dimostri quanto la Francia sia la nazione più forte del mondo.

Ci vorrebbe una via di mezzo, e sicuramente mettere 5 fra le crew più "stagionate" in Italia nello stesso girone di selezione, certo non aiuta a farci emergere dalla situazione terzomondista in cui il nostro bboying si trova. La consolazione è che però i giovanissimi hanno avuto la possibilità di scontrarsi con qualche peso massimo. Speriamo abbiano raccapezzato almeno da che parte siano arrivati i cazzotti. Perde l'Italia, vince l'America. E' dal 1918 che è così: vogliamo darci una sveglia?!

venerdì 10 dicembre 2010

Cinema & Energia

Cinema & Energia
XVI Convegno Internazionale di Studi Cinematografici
Roma, Teatro Palladium - 9-11 Dicembre 2010.
Leggi qui il programma
Guarda qui la diretta streaming








Energia, materia, linguaggio, creazione, uomo, cinema. Solo alla fine si arriva al cinema. Ma se state pensando a una sorta di rimpatriata per attempati onanisti della pellicola, o a una gang bang per giovani-critici-anarchico-comunisti e per di più "manifestanti"...beh siete fuori strada. Gli studi sul cinema sono una scienza, e un conto è parlare di cinema (lo facciamo, e lo dobbiamo fare tutti) e un conto è studiarlo (non lo possiamo, e assolutamente non dobbiamo farlo tutti).

Anche quest'anno il Dipartimento di Comunicazione e Spettacolo di RomaTre ospita al Palladium ospiti illustri del panorama accademico internazionale. Dalla Bolivia all'Inghilterra, filosofi, neurologi, fisici e scienziati di ogni sorta si accavallano in 3 giorni di grandissimo spessore culturale. Il tema di questa sedicesima edizione è "cinema ed energia" ragionando sul rapporto fra scienza materia e linguaggio (non solo cinematografico). Ieri si è svolta la prima sessione del convegno, incentrata sulle trasformazioni dell'energia all'interno della materia e dei media. Incontro, come dire, "illuminante" quando si è andato a parlare di fulmini con Enrico Menduni, sistemi percettivi e nuove tecnologie cone Elio Girlanda e infine dell'uomo inteso come corpo-energia attraverso un'appassionata analisi attoriale a cura di Franco Ruffini. Il tutto coadiuvato da un maxischermo su cui proiettare slide e filmati e una location estremamente confortevole ed efficente che ospita in serata eventi artistici e proiezioni. Oggi è il turno delle neuroscienze e del cognitivismo, con la mattinata dedicata al confronto fra fisica e filosofia (terminato con un alto dibattito sulle teorie del caos in rapporto alla creatività e all'autocoscienza dell'essere umano) e il pomeriggio con gli "intrecci" fra cinema, biologia e neuroscienze (fra cui vi consiglio l'intervento di Enrico Carocci sulle emozioni spettatoriali). Il tutto proprio qui in streaming! Alle 15.00 il prossimo collegamento. Stay Tuned! (State Tonnati!)

Nel frattempo mi sono laureato proprio in storia della critica e della teoria del cinema. Per questo motivo ora sono un blogger con la ""B" maiuscola e la licenza accademica per ubriacarmi ogni volta che desidero festeggiare il conseguimento del titolo. Mica male dopo 5 anni di studi! "Cosa farai" - mi state chiedendo, e io rispondo - E' arrivato il momento di cambiare il mondo.

giovedì 9 dicembre 2010

Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni - Fenomenologia del cinismo di Woody Allen

Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni
Usa/Spagna - 2010
Regia: Woody Allen
Con: Josh Brolin, Naomi Watts, Anthony Hopkins, Antonio Banderas, Freida Pinto, Gemma Jones








Cosa succede quando superi la soglia della terza età, il tuo matrimonio si sfascia e non hai più nemmeno le forze per godere dell'abbraccio cinico-edonista delle bella vita? Cosa fare anche quando di anni ne hai 40 (poco più o poco meno) e la tua vita scorre scorre scorre nel binario tetro della mediocrità, senza la famosa svolta che pensavi, che ti meritavi? "La vita è un racconto di un idiota, pieno di rumore e furia, privo di significato" - così fà dire Woody al suo narratore, parafrasando il Macbeth di Shakespeare. Ma quando tutto sembra perduto, quando ogni analisi ontologica sul senso della vita sembra scartata, ecco il guizzo (questo si, tipicamente alleniano) di tornare alla pura ciarlataneria: la chiromanzia.

venerdì 3 dicembre 2010

Romanzo Criminale 2

Romanzo Criminale 2
Serie tv
Sky Cinema - Italia, 2010
Leggi qui la mia recensione








Quelli della banda sono tornati: er Freddo, er Dandi, er Libanese...beh no, er Libanese proprio no. Ma come si dice a Roma: morto un papa se ne fà 'n artro! Torna per i possessori di Sky, la serie italiana che insieme a Boris è diventata un vero e proprio cult giovanile. Tratto dall'omonimo libro-film, Romanzo Criminale è una vera e propria gangster saga alla carbonara. Da gustare con amici e parenti ma senza calarsi troppo nel personaggio (mi raccomando!). 
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...