giovedì 29 novembre 2012

Writing e decoro urbano: VandaLi o VandaQui?

Cover in omaggio a Gojo, per aver segnalato il sito in questione.
Quando il mio amico Poe viene a Roma, rimane ore a fotografare i graffiti nella metro B. "Mi fanno tornare agli anni 80, a quando ero un kid". Insomma, c'è questo sito di onanisti del lamento perpetuo, che svolge capillari campagne per il la salvezza e il decoro urbano di Roma. Sito che non linkerò per decenza e perchè non voglio contribuirne la visibilità. Tuttavia l'errore l'ho fatto, ed è stato quello di postare un commento riguardo alla loro campagna d'odio contro i "vandali" che sbombolettano i muri della città aka writers.  Le soluzioni proposte da questi militanti del garbo, sono chiare: "prenderli tutti a randellate sui denti!!!" o "Le bombolette spray vanno messe fuori legge. Punto". Stiamo davvero agli anni 80, ideologicamente parlando. Copio di seguito il mio commento, invitando ad elaborare una discussione complessa sul frame "writing & decoro urbano", qui su nexusmoves. See ya!

martedì 27 novembre 2012

Perchè Jovanotti non è il primo rapper italiano?


"Italy's first rapper moves to home of hip hop", così titola il BBC News Magazine. Così abboccano tutti. Parte il video: un Jovanotti barbuto, maccheroneggia nella grande mela. Dice che l'hanno ispirato i Beastie Boys (pace all'anima loro!), ma si guarda bene dal dire "Io sono il primo rapper italiano". E allora com'è? Com'è che tutti pensano il contrario?

venerdì 23 novembre 2012

Stregatto Randagio (2) - un racconto di Nexus

La seconda puntata del racconto ispirato al mio streetshow tour della scorsa estate. Se vi siete persi la prima puntata: scrollate in basso ;-)


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Equipaggiamento:
Zaino. Cassa amplificata. *Sapone di marsiglia. *Cerotti/Garza. Biancheria intima. Infradito. Costume da bagno. Maglia (maniche lunghe). Pantalone corto. Asciugamano. Borsa termos. Per lo show: pantaloni lunghi. T-shirt (x2). Cappello. Occhiali 3d. Fiore. Aereo. Naso rosso. Lettore mp3 + cavo USB. Lettore USB. Ombrello. Linoleum (tappeto). Cavetto RCA b/r. Scarpe. Passaporto. Antistaminico. Coltellino svizzero. Quaderno blu + penna. Chiavi Pescara. Telefonino + caricatore. Rasoio.

*: oggetti mancanti

venerdì 16 novembre 2012

Stregatto randagio - un racconto di Nexus

Questa estate ho preparato uno show e mi sono messo in viaggio. Avevo scritto due righe qui sul blog, e portato con me un quaderno di appunti. Ritornato stravolto da questo tour di 10 giorni in solitaria, fui obbbligato al riposo coatto e fra settembre e ottobre scrissi *qualcosa*, rielaborando gli appunti del quaderno. Ora, poichè sto scrivendo un'altra cosa e un'altro spettacolo, mi riesce difficile pubblicare nuovi articoli su nexusmoves. Ecco perchè nelle prossime settimane vi sorbirete questo racconto a puntate che narra in stile picaresco (ma non troppo) le mie avventure lungo la riviera adriatica. A farvi compagnia i soliti topic del blog, che sono gli stessi della mia esistenza: breaking, cinema, filosofia, vita di strada, cultura hip hop e nasi rossi.

Prima di iniziare il viaggio, una premessa d'obbligo:
Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.


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Stregatto Randagio



Quaderni di un b-boy con l'hobby di lavorare

 

 

 


0.




Un giorno qualunque decise di partire. Fare fagotto, rilanciare la sua arte per le strade. Mancava solo l'idea, la traccia musicale, l'apparecchiatura e l'itinerario. Insomma mancava tutto. L'estate s'apprestava al giro di boa e ne dedusse che il tempo fosse dalla sua. Si sentiva in gran forma. Non rimaneva che applicarsi. L'idea precipitò inaspettata o forse s'era accovacciata sotto la coltre dell'inazione, balzando fuori assetata d'effetto sorpresa. Decise di raccontare la storia del cinema attraverso il breaking, o come tutti chiamavan' breakdance, l'antica arte di voltolarsi sul beat.

Per l'imminente performance servivano colonne sonore orecchiate e ballabili, oltre ad una coerenza storico-critica delle citazioni che ne avrebbero composto l'intelaiatura. Seguirono giorni di intenso studio. Mentre scorreva il manuale di cinema nordamericano, cavalcava con la memoria fotografica i capolavori di quello italiano. Sebbene fosse a suo agio coi fornelli, dilapidava primi piatti frugali e spuntini ipocalorici. Trascurò l'allenamento quotidiano per sfarzose elucubrazioni. Prendeva la cosa molto sul serio, come se il fantasma di Roland Barthes lo avesse potuto sbertucciare pubblicamente da un momento all'altro. Una sera si coricò con un dilemma: il pubblico medio avrebbe colto la citazione a Nostra Signora dei Turchi di Carmelo Bene? Un'altra notte, domandò a Laura, la sua convivente: “E se mettessi la sigla di Batman degli anni sessanta?”. Laura sapeva che confondere il cinema con la televisione era sintomo di un imminente tracollo. Spense la luce senza rispondere.


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