giovedì 30 dicembre 2010

NexusTube Vol. 2


Combattimento mortale con Babbo Natale
Se al posto dei regali avete scartato un dito-con-unghia di Babbo Natale, beh, è stata colpa mia. Il barbuto aguzzino di renne ha resistito fino all'ultimo ma poi è caduto sotto i colpi del mio super-thomas di Natale. Rudolph, la renna dal naso rosso, tentava la fuga nel retrobottega ma con un elbow slide lo centravo nella spina dorsale, facendolo sprofondare in un lungo lunghissimo letargo invernale. Sghignazzava il grassone disteso a pancia in sù, con i bottoni della giacca tremolanti quanto i suoi denti marci. Gli ho rotto il naso con una stecca di zucchero. E sghignazzava ancora: "E' proprio vero" - gli dissi - "a Natale si è tutti più buoni". Ingollai gli ultimi sorsi di whisky prima di usare il resto per dar fuoco alla slitta che inplose in una cortina di fumo nero e caramelloso. "I regali per i bambini buoni!" - balbettò Natale togliendosi dalla bocca il dannato sogghigno e dilatando le dita della mano verso le fiamme. Così, mentre facevo rotolare verso di lui il pelo strapazzato di Rudolph, dissi: "La prossima volta, prima di regalare una pistola laser senza le pile, pensaci due volte". Slang - chiusi la porta del bagagliaio e sgommai sulla neve ancora umida. Poi riprese a nevicare

L'Ultimo capodanno dell'umanità
Si lo so, sono un inguaribile guastafeste. Ma almeno lo faccio con simpatia. Si perchè la storia di dire: "No a me del Natale non frega niente, è solo una trovata commerciale" - semplicemente non regge. E' come avere la presunzione di svelare a un bambino che Babbo Natale non esiste e rendersi conto con sorpresa che il bambino già sapeva tutto, fingendo di "non sapere" solo per far contenti noi adulti ed ottenere regali. Non possiamo fare a meno della finzione, del costume, del rito d'iniziazione: scambiamoci questi dannati regali ma facciamolo con cognizione di causa. Lasciamo perdere l'essere più buoni (quello si, un escamotage per illudersi che nella nostra società occidentale sia possibile una sorta di strategia-etica-dei-consumi che ci permetta di fare beneficenza comprando merce "Equo&Solidale"...) e lasciamo perdere "lo spirito del Natale". Quello che in filosofia viene chiamato zeitgeist (spirito del tempo), a Natale si estremizza e pastorizza all'ennesima ridicola potenza. Voglio dire, la mattina della vigilia ho visto un indiano andare in giro per i bar della città a vendere un tappeto a 500€ (poi ribassato a 50!). Gironzolava con il tappeto arrotolato in spalla, tentando di annientare con un bazooka-persiano l'ultimo superstite della guerra agli acquisti. Leggevo in un libro: "E' nei momenti di divertimento obbligato, che ci accorgiamo della loro insensatezza" - suona più o meno così anche in questi giorni. Gli scontri in piazza, la monnezza, i tagli, le menzogne: sembra tutto scomparso sotto un'anestetizzante coltre di regali che ci proietta in coma-farmacologico fino al boom del capodanno (grande il TG5 che in prima serata offre un servizio su come non esagerare col trucco nella fatidica notte). Per farvi un immagine vivida di tutti i miei pensieri vi rimando al racconto "L'Ultimo capodanno dell'umanità" contenuto in Fango di Niccolò Ammaniti (aka il regalo che ho fatto a mio fratello). Un racconto corale e brutale di un ultimo dell'anno alla "romanella", condotto con maestria attraverso brevi salti-letterari da un personaggio all'altro fino a un countdown di mezzanotte veramente da cardiopalma.

Monseur Patrick Boivin
Sul fronte dello streaming video ho il piacere di segnalarvi Patrick Boivin. Genialoide franco-canadese, è famoso nel mondo del b-boying per il suo gioco interattivo B-boy Joker, ispirato all'ultimo film di Batman: Il Cavaliere Oscuro. "Ah, si è quello con i pupazzetti che cioè si muovono ma cioè non si muovono da soli cioè cioè cioè..." - se non riuscite ad andare avanti con la formulazione di una definizione soddifacente, ci penso io: si chiama "stop motion". Non vi sto trattando da idioti, ma è bene sapere che ogni video è generalmente composto da 24 o 25 fotogrammi al secondo che mostrati in successione creano "l'illusione" del movimento. Lo stop motion applica alla lettera questo principio e scatta una foto per ogni unità di movimento. Così, rimontando assieme le foto con un apposito programma, si crea l'effetto di movimento a partire da una serie di posizioni statiche. I clip di Boivin vanno anche oltre, e si avvalgono di effetti di post-produzione e link interattivi. Inoltre è lo stesso artista a creare e modificare i suoi "pupazzi", attraverso un lavoro paragonabile solo alla pazienza di un monaco amanuense. Memorabili (e iper-visualizzati) i suoi clip sui Transformers, tutti rigorosamente home-made. Il più geniale per ora è questo video, letteralmente "beyond youtube".
  
Incredibile vero? Il signor Boivin è ormai stato accalappiato da brand internazionali come Google o LG e si è dato anche a cortometraggi crossover fra animazione e fiction. Proveniente dalla cultura underground che piace a noi (e le colonne sonore dei suoi video ne sono inequivocabilmente testimoni), Patrick Boivin rappresenta un'avanguardia nel campo della produzione audiovisiva. Autore, produttore e distributore di contenuti "home made" che lo hanno portato alla ribalta internazionale senza il bisogno di capitali, raccomandazioni o stage fasulli. Ora, sempre autore, ma con molte più risorse a disposizione e la possibilità di dirigere un cast e dei collaboratori. Che sia questo il futuro ma sopratutto il presente per i giovani autori dell'audiovisuale? Con l'esempio di Patrick Boivin non si può certo dire che la qualità vada a discapito della velocità di fruizione. Secondo me, finchè siamo in quel circuito artistico che ottiene il massimo con poche risorse, siamo nel giusto, siamo nel poetico. E se poetico significa uno stop-motion interattivo su una canzone di Curtis Mayfield: ben venga!




Ah si, buon anno e blablabla anche a voi. Il 29 gennaio al Floor Wars Italia tireremo le somme nel cerchio ;-)

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