lunedì 23 gennaio 2012

Il Flow

 E’ l’opposto del perito assicurativo modello: figlio della strada, artista clandestino, alcolizzato. In compenso ha un gran fiuto per le truffe e da un po’ di tempo va a letto con Rebecca, il suo capo. Gli basta per non essere licenziato. Poi un’epidemia d’incendi investe la città e la sua vita aziona la centrifuga. Di mezzo c’è Mosè, un’urbanista senza scrupoli e Giobbe, un vecchio amico dall’accendino facile. Una scelta, quella sbagliata, e dopo 10 anni la città è un cimitero di palazzi in fiamme. Rimane solo una domanda: perché?

Capitalismo, ideologia, lotta e fuoco: questo è il Bronx degli anni ‘70 da cui L’Ombra muove la sua storia. Una storia completamente decontestualizzata dalla nostra Storia, ma proprio per questo libera di coniugare molte storie. Cosa vuol dire fare storia, storicizzare? Ci servono Deleuze e Guattari:

La differenza fra macro-Storia e micro-Storia non concerne affatto la lunghezza delle durate prese in considerazione, il grande e il piccolo, ma sistemi di riferimento distinti a seconda che si consideri una linea [...] o un flusso mutante [...]. E il sistema rigido non arresta l’altro: il flusso continua a scorrere sotto la linea, perpetuamente mutante, mentre la linea totalizza.

 

Sbam! Spieghiamoci meglio: la macro-Storia (quella che si studia a scuola per intenderci) è la linea, la micro-Storia (quella che “tocca” il personale) è il flusso. Nella danza come nelle neuroscenze, si chiama flow (flusso) qualcosa che ci rapisce emotivamente e creare “linee di fuga”. Le linee a loro volta possono mettersi in risonanza fra loro e generare linee di fuga che diventano flussi.

Il grande flusso migratorio negli Stati Uniti generò la segmentazione per eccelleza, il ghetto, che a sua volta generò il flusso degli incendi, che fu segmentato dalle misure restrittive municipali che generarono l’habitat di quel grande flusso che chiamiamo Hip Hop. Anche in Italia la straordinaria stagione rivoluzionaria è stata segmentata (“gli anni di piombo”) e binarizzata (rossi vs neri) e contrastata letteralmente dall’apparato statale (la così detta “strategia della tensione” ha visto l’intervento diretto di organismi/personalità statali). Italia, Stati Uniti, lotte, terrore,    

Dopo un 2011 in cui i grandi flussi rivoluzionari del Nord Africa hanno contagiato tutto l’occidente, l’Arte può svolgere l’importante funzione di collegare linee di fuga e decriptare i tentativi di segmentazione degli apparati statali. A patto di sporcarsi le mani di merda.
 




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Domanda: quali sono le linee che segmentano il flusso Hip Hop? Perchè, non solo in Italia, l’Hip Hop ha perso contatti con i flussi rivoluzionari? (negli anni ‘90 la scena italiana deve fortemente il suo sviluppo alla vicinanza coi movimenti) E poi: che ruolo svolge internet nella diffusione/segmentazione dei flussi? Non trovate che molti dei movimenti nati attraverso il web, si sono rivelati facilmente linearizzabili?

3 commenti:

  1. dopotutto, come ci ha fatto notare una volta un mio prof di filosofia, cos'è la danza se non un modo per arrivare da un punto all'altro seguendo passi non lineari? :)

    "ci vuole il caos per partorire una stella danzante" diceva Nietzsche, e credo che intendesse "danzante" proprio appunto perché la stella segna la rotta, ma in questo caso è una rotta non lineare.

    Ora riguardo la tua domanda, (a patto che abbia capito bene il punto) trovo che i movimenti attraverso internet si linearizzino perché nascono e crescono in fretta, mentre forse per creare linee di fuga efficienti ci vuole tempo perché maturino, cosa che il web non gli permette di fare. Diciamo che per non cadere nella linearizzazione, bisognerebbe evitare i movimenti effimeri. (ma internet purtroppo, non è solo il posto dove tutto dovrebbe restare, "teoricamente" - e sai perché dico teoricamente :) - in eterno, ma è anche il posto dove regna il signor "éphémères" specie per i movimenti, gli incontri, rapporti sociali.)

    Bel post! e anche bella performance nel video ;)

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  2. Troppo complicato e, allo stesso tempo, troppo complesso. Non sono in grado di muovermi nei massimi sistemi, mi dispiace. Vorrei però provare a rispondere alla domanda con una...provocazione. Mi chiedi per quale motivo l'Hip Hop oggi abbia perso ogni contatto con i flussi rivoluzionari ?
    Ti dirò di più: l' Hip Hop non ha perso solo il contatto con i flussi rivoluzionari, ha proprio perso il contatto con la realtà diventando uno dei movimenti più chiusi ed autoreferenziali di sempre.
    Il problema sta nel fatto che si è confuso lo strumento con lo scopo. Molti ragazzi credono che fare rap, graffiti su un muro o tirare un bel windmill significhi già fare cultura e di questo si accontentano. Si porta a casa il risultato con il minimo dello sforzo: di tutto il resto frega poco o niente. Io sono Hip Hop: io sono cultura. Una equazione che mi lascia molto insoddisfatto. Ed i risultati, perdonatemi, sono culturalmente modesti, a volte imbarazzanti: i graffiti sono molto brutti, la danza non crea spettacoli e non veicola messaggi, le rime dei rappers non valgono molto di più dei testi che sento a Sanremo. Non è così per tutti, è chiaro. Lo è per molti, forse troppi bboys. Quanti sono i bboys laureati ? Quanti bboys leggono almeno un libro all'anno ? Quanti bboys, visitando, per esempio, Madrid, sono andati al Thyssenmuseum ? Quanti bboys sanno scrivere in - non ridete - italiano senza commettere mille errori di ortografia ?
    Credo sia ora di rimetterci a studiare e guardare il mondo. Tanto più ci allontaneremo da quello che sappiamo fare tanto meglio torneremo a farlo quando sarà giunto il nostro momento. Credo sia ora di smettere di guardare noi stessi e sia tempo di aprirsi verso il resto del reale. O inventiamo noi il nostro futuro o qualcosa ce lo soffierà via da sotto il naso mentre, completamente satolli, torneremo a casa dall'allenamento credendoci degli artisti.

    Lotta continua per l'ortografia

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  3. Ricordandovi di lasciare almeno il vostro nome alla fine del post, cercherò di cogliere i vari spunti e sublimare l'argomento HH con quello movimenti/flussi.
    ***
    La strada a lungo adare è un'arma a doppio taglio. La pop-culture è oggi un'arma vincente sia per parlare di filosofia (v. Zizek) sia per la propaganda ideologica (v. Grillo). Internet svolge un ruolo chiave perchè è il mass-media ad oggi più popolare, di cui la fascia 15-25 lo autilizza in maniera massiccia (ed è la stessa fascia nella scena HH).
    ***
    Io credo che internet abbia favorito la rinascita della "cultura ermetica" (o gnostica), in cui, l'overdose si segni (e di link) genera quel corto-circuito interpretativo dove tutto è il contrario di tutto e l'effetto genera la causa. Qui "movimenti effimeri" di cui parla Santiago fanno presa proprio su questa perdita di coordinate, sfruttando il capitale di rabbia delle persone per promuovere iniziative che in fin dei conti non hanno nulla di rivoluzionario, perchè confinate negli "spazi della trasgressione".
    ***
    D'altro lato, la rete è la cultura HH, dovrebbero favorire la contro-cultura, sguardo altro sulla realtà, con altre forme d'arte, di socializzazione, di linguaggio. In parte accade, ma la cultura gnostica sta prendendo il sopravvento anche nell'HH: illuminati, ufo, fine del mondo...sono tutti temi che fanno presa su molti esponenti della doppia H e che rischiano di portare le energie in cerca di un altrove (psicologicamente immaginario) e non concentrarsi sul "qui ed ora": paradigma fondamentale "della scienza doppia H"

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