mercoledì 1 febbraio 2012

La Realtà


“Realtà” sta a “Finizione” come “Vero” sta a “Falso”. E’ algebra. Pittura, scultura, cinema, televisione - ah! la televisione! - internet: mondi virtuali, artefatti, illusori, pseudo-mondi. Pillola rossa o pillola blu? - disse il Bianconiglio. Siamo alla terza generazione della cultura dell’immagine e alla prima del digital born. Un pc in ogni casa e qualche “mela” nel taschino: registrare, riprodurre, diffondere.

#15Ottobre 2011, Piazza S.Giovanni - Col naso appanno gli occhiali, con la bocca bevo limone: respirare è diventato complicato. Trattengo il fiato, impugno la videocamera. Guardo in basso in cerca del pulsante rec, mentre dribblo una buca. Ssha! - una saetta nebulosa manda in bianco l’inquadratura. I miei occhi sono quelli del monitor lcd: osservano la scena ad altezza d’uomo. Questa è Roma, ma non è Roma, è una guerra, no, un film di guerra: scenografia, fotografia e direzione delle comparse è troppo perfetta! Mi fermo. Abbasso il braccio-digitale. E la realtà ruggisce. Immobile, occhiali appannati, bandana bagnata: respiro come Darth Vader...cazzo sto cinema mi perseguita! Shaa! - stavolta è acqua urticante, fuggo, butto la videocamera nello zaino [...] dov’è la videocamera?  



L’Ombra è uno spettacolo realistico in quanto multimediale, non più di quanto lo sia la nostra vita. La prova non è tanto l’utilizzo più o meno massiccio che facciamo dei media, quanto il peso socio-sculturale che essi hanno assunto aldilà del nostro effettivo impiego. Prendiamo i social network. Posso usarli poco o mai, eppure l’argomento uscirà fuori e subirò numerose richieste d’iscrizione, rischiando l’esclusione di alcuni momenti sociali del mio gruppo di amici che - ad esempio - è solito postare foto/video/documenti di un’esperienza “reale” tramite social media. Non solo: se dovessi registrarmi senza conoscere bene l’utilizzo del mezzo, avrei conseguenze che si ripercuoterebbero sulla mia vita “reale” (gli esempi vanno dalle prove di adulterio all’arresto di latitanti). Fenomeni di delazione, bufale, lavaggio del cervello e  reclutamento ideologico sono all’ordine del giorno. Tipo questa su #Bobbio e #NoTav.


Dunque, qual’è la soluzione? Realtà e finzione sono uguali? Non rimane che galleggiare alla deriva dell’oceano dove tutto è il contrario di tutto? Manco per niente. Come suggerisce Zizek, dovremmo avere il coraggio di prendere la terza pillola - quella della realtà dentro la finzione, accettando che la realtà psicologica di alcuni di noi si manifesta solo attraverso la fiction. Dietro al velo della finzione, come nella storia di e Parrasio o nel Processo di Kafka, non c’è la verità ma...

Combattere i dispositivi di rappresentazione, non in quanto mistificanti, ma in quanto strumenti che necessitano di educazione, pratica e soprattutto creatività nel loro utilizzo. Solo così potremmo uscire dall’impasse del dualismo e creare un’est-etica del molteplice.

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