Una patina opaca filtra i riflessi diafani della serranda. Ho dormito 4 ore e gli occhi mi pesano come palline da golf. Alle 9 spaccate trovo Ino e Maxx sotto la porta di casa e mi domando: come avranno passato la notte? Ino con un'abbondante dormita, Maxx con un abbondante auto -erotismo. Here we go! La nuovissima Opel di Ino sfreccia aldilà degli Appennini, boriosa del suo impianto a Gpl, lasciando una scia di "puzza-di-concessionaria" fino in Emilia. Ma per arrivare a destinazione ci attende una prova imprevista: il ponte a pedaggio. 70 centesimi di euro per attraversare 30 metri di ponte. Neanche Caronte chiese tanto. Ci fermiamo perplessi. L'atmosfera è quella di Non ci resta che piangere. La mia nota avarizia sommata al senso del risparmio di Ino esortano l'inversione a U, poi a malincuore paghiamo il pedaggio...ma sarà l'ultima volta. Sistemati in albergo (10€ di cauzione per l'uso del telecomando in camera...ma stiamo scherzando?!) ci dirigiamo alla volta del Kojak dove si svolge il Lasagna Style contest. E' qui che facciamo la conoscenza del grazioso navigatore satellitare istallato sul cellulare di Ino. Ascoltare una puntata di "Uomini&Donne" sarebbe stato meno irritante! Oltre a riportarci insesorabilmente di fronte allo sguardo severo del casellante sul ponte a pedaggio, ci obbliga a passare in rassegna tutte le seicentoquarantasette rotonde del Ravennate imprecando ai relativi Santi protettori.
Here we are! L'atmosfera mi ricorda subito quella dell'Outbreak ad Orlando (nobile paragone!). Ambiente accogliente, denso, fresco. I bambini del baby contest infiammano le gole degli spettatori mentre i "grandi" mostrano le prime scintille nei cerchi adiacenti. C'è gran parte della scena italiana, e quelli che mancano si contano sulle dita. L'evento merita: dj competente, mc di carisma e b-boy infottati. La ciliegina sulla torta arriva alle 19.00 con la colossale Lasagna-della-mamma-di-Fast: simposio di gastronomia romagnola che mi rende orgoglioso d'essere italiano.
Ma dopo le cartucce a salve sparate nei cerchi iniziali, Urban Force è pronta a rivelare il suo micidiale arsenale. La voce serpeggia tra gli schieramenti nemici e nonostante l'impiego dell'intelligence emiliana, la vera natura dei guerrieri urbani rimane celata fino alla fine. Poi arriva. Occhiali senza lenti e t-shirt "Jesus Inside" per il sottoscritto; maglietta "Kinder:+latte -cacao" per Ino; cappello e t-shirt dei Muppets con esagerati pantaloni alla zuava per Maxx. In due parola: NERD edition. Cima in giuria se la ride, le altre crew anche, poi un pò meno, poi per niente. Bella prova per Flavor Kingz, SEBP, Feet For Funk e il "mostro finale" Break Tha Funk che non molla fino all'ultimo. Ma il nostro volto da ironico diventa irriverente, poi sadico. The Devil wears NERD. Vinciamo, ci divertiamo e nonostante il tifo pressochè assente (da lontano squillano solo due familiari voci femminili), in fondo tutti gradiscono lo spettacolo made in Rome. D'altronde se a Sanremo arrivano in finale Pupo & Emanuele Filiberto, perchè noi non possiamo vincere il Lasagna Style vestiti da idioti?
Poi come il set di una commedia all'italiana, l'evento si smonta velocemente e la gente sciorina verso il freddo della notte. Rimane il tempo per qualche inversione a U, un paio di sbornie di birra (anzi dimenticavo, Maxx ordina vodka e baileys!) e una manciata di "dopo-la-rotonda-prendere-la-seconda-uscita-a-destra" (navigatore maledetto!).
L'indomani mattina l'aria è spumeggiante e ci diamo al turismo fai da te. Ravenna è luminosa, ariosa, fotografica. Visitiamo la tomba di Dante Alighieri: "Nel mezzo del cammin di nostra vita/ mi ritrovai per una selva oscura/ché la diritta via era smarrita" - e ai quei tempi non esistevano ancora le rotonde! I guerrieri urbani dopo l'atrocità della battaglia, immergono le lame insanguinate nella fonte e nel giorno del Signore si riconciliano con la natura. Carezze sulle cicatrici. E poi si parla di arte, politica, misticismo, cure dentali di Maxx, storia, scherzi...fino a quando non giungiamo a Roma al calar del sole, ormai stufi di sentirci parlare, ma orgogliosi d'esserci ritrovati.
Ma dopo le cartucce a salve sparate nei cerchi iniziali, Urban Force è pronta a rivelare il suo micidiale arsenale. La voce serpeggia tra gli schieramenti nemici e nonostante l'impiego dell'intelligence emiliana, la vera natura dei guerrieri urbani rimane celata fino alla fine. Poi arriva. Occhiali senza lenti e t-shirt "Jesus Inside" per il sottoscritto; maglietta "Kinder:+latte -cacao" per Ino; cappello e t-shirt dei Muppets con esagerati pantaloni alla zuava per Maxx. In due parola: NERD edition. Cima in giuria se la ride, le altre crew anche, poi un pò meno, poi per niente. Bella prova per Flavor Kingz, SEBP, Feet For Funk e il "mostro finale" Break Tha Funk che non molla fino all'ultimo. Ma il nostro volto da ironico diventa irriverente, poi sadico. The Devil wears NERD. Vinciamo, ci divertiamo e nonostante il tifo pressochè assente (da lontano squillano solo due familiari voci femminili), in fondo tutti gradiscono lo spettacolo made in Rome. D'altronde se a Sanremo arrivano in finale Pupo & Emanuele Filiberto, perchè noi non possiamo vincere il Lasagna Style vestiti da idioti?
Poi come il set di una commedia all'italiana, l'evento si smonta velocemente e la gente sciorina verso il freddo della notte. Rimane il tempo per qualche inversione a U, un paio di sbornie di birra (anzi dimenticavo, Maxx ordina vodka e baileys!) e una manciata di "dopo-la-rotonda-prendere-la-seconda-uscita-a-destra" (navigatore maledetto!).
L'indomani mattina l'aria è spumeggiante e ci diamo al turismo fai da te. Ravenna è luminosa, ariosa, fotografica. Visitiamo la tomba di Dante Alighieri: "Nel mezzo del cammin di nostra vita/ mi ritrovai per una selva oscura/ché la diritta via era smarrita" - e ai quei tempi non esistevano ancora le rotonde! I guerrieri urbani dopo l'atrocità della battaglia, immergono le lame insanguinate nella fonte e nel giorno del Signore si riconciliano con la natura. Carezze sulle cicatrici. E poi si parla di arte, politica, misticismo, cure dentali di Maxx, storia, scherzi...fino a quando non giungiamo a Roma al calar del sole, ormai stufi di sentirci parlare, ma orgogliosi d'esserci ritrovati.