venerdì 8 luglio 2011

Menzogne mascherate da verità: cosa vogliono i No Tav?

- Ma questi che vogliono? Questi valsusini illiberali, questi "black-anarcoglobal-bloc[k]", questi sbirri, quest'Altri? 
- Dal mio punto di vista...
- Una cosa è certa: sono tutti incazzati neri. 
- Si, insomma c'è anche chi ha marciato pacificam... 
- Sono tutti incazzati neri.
-...vedi poi il corteo si è ricongiunto e...
- Sono tutti incazzati neri.
- Ma...
- Ma niente. Sono tutti incazz...
- ...ATO sono io! Vuoi ascoltarmi o no?
- No. Sono tutti incazzati neri. Sono tutti incazzati neri.sonotuttiincazzatineri.sonotuttincazzatinerisonit..
- ...

Vi è mai capitata una cosa del genere? Intendo, parlare con qualcuno e accorgersi che qualsiasi cosa si dica per dimostrare una tesi, dall'altro lato non c'è ricezione, solo "autismo d'opinione". In quei casi la ragione non serve, siamo davanti ad un "rapimento emotivo" che blocca la razionalità del nostro interlocutore ormai in preda ad un illogico pregiudizio emozionale.


E se quell'interlocutore fossimo noi e il tizio che non riesce a spiegarsi fosse "l'immagine"? "What pictures want" è un interessante saggio di W.J.T. Mitchell che riecheggia il freudiano "Cosa vogliono le donne?". Calmiamoci, beviamo un bicchier d'acqua e proviamo ad ascoltarle...cosa? Non ci capite niente? E' normale. Probabilmente non parliamo la stessa lingua (anche se siamo stati noi a generarle, le immagini non le donne!). Infatti per Mitchell le immagini hanno uno status extracomunitario, nomade ("hanno le gambe"), debole.
"Se il potere delle immagini è come il potere del debole, questo potrebbe essere il motivo per cui il loro desiderio è proporzionalmente forte: per compensare la loro reale impotenza"
"I want you" - dice la celebre immagine dello Zio Sam col dito puntato - "ma voglio qualcosa in te più di te!". Mitchell parla di "effetto medusa". Dato che noi non possiamo avere le immagini (comprenderle), loro si magnetizzano e ci attirano nel loro vortice semantico. Vortice, spirale, caos. Protesta, violenza, caos. L'immagine, idolo moderno, ci attira e ci spaventa. Ci è proibita perchè ci è troppo vicina. E' perturbante, come guardare la foto di una persona che conoscevi e ora non c'è più.
Che centra tutto questo con gli scontri No-Tav? Chiediamolo alle immagini...
Dopo una minuziosa osservazione del fenomeno mediatico che ha avuto il suo epicentro domenica 3 Luglio 2011, ho cercato di riassumere i topos della discussione ed individuarene i fatal-flow (in gergo fimico "i punti deboli di un personaggio"). Primo fra tutti, il topic della "condanna alla violenza". Una violenza dell'Altro (il black bloc[k], il no global, il facinoroso-dei-centri-sociali, e secondo Libero anche "l'ex sessantottino", ma anche dello sbirro fanatico, dell'infiltrato, dello Stato illegale) contro...contro chi? Contro noiAltri. Altro vs Altro. E le immagini? Diventano una tautologia interpretativa. Ognuno interpreta quel che gli va, somma zero. Gira un video abbastanza esplicativo della cosa. Un operatore riprende il lancio di lacrimogeni ad altezza uomo della polizia e improvvisamente uno degli agenti ne spara uno diretto contro la telecamera provocando l'interruizione del video (e a quanto si dice, lesioni al povero operatore). Una versione moderna dello Zio Sam, che questa volta dice "I bomb you". Un ottimo messaggio per tutti quelli che pensano che le immagini (del tg, di youtube, del videofonino del nostro amico) non ci tocchino mai. 

L'effetto "parabrezza" di cui parla Zizek - la tranquillità che proviamo nel guardare il mondo dal finestrino di un mezzo di trasporto - è qui evidentemente distrutta, o disturbata. L'Altro (in questo caso "lo sbirro"), vuole noi stessi, non più noiAltri ("quegl'Altri dei centro sociali") e per questo ci spara in faccia, nonostante sia ben consapevole che l'operatore riprenderà tutto e lo sputtanerà in rete.

Ed ecco l'altro topic: eroi o non eroi? Sui numerosi commenti nel blog dei Wuming c'è chi divide i manifestanti fra gente "in pericolo" e "fuori pericolo". Tutti però "in azione". Sono numerose le testimonianze dirette che spiegano come le vecchiette abbiano offerto ristoro ai "ragazzi" che combattevano nella valle, o come gli adulti dall'alto della montagna avvertivano i "ragazzi" dell'arrivo delle cariche. C'è anche un video di una folla che applaude alla presunta presa del ponte della Maddalena da parte dei contestatori. Di conseguenza la stampa si divide: sono tutti eroi o tutti criminali? Ma le immagini che dicono? Beh dicono che di "eroico" non c'è niente, salvo vivere. Perchè quando si passa dal piano dell'Altro a quello del "Medesimo", non c'è mitizzazione che tenga e tutti ci riscopriamo compagni, figli di una medesima condizione che è tutt'altro che eroica. Googolare per credere...

Prima Pagina de Il Giornale 04/07/2011 -
Unico quotidiano a parlare di Mentana e
Santoro nel titolo di testa, confinando
a taglio medio il più marziale dei titoli:
"Si scrive No Tav, si dice Br"


Ma la storia della "gente qualunque che attacca il Potere" non attecchisce. Ne tantomeno, quella più inaccettabile, del Medesimo contro il Medesimo, cioè di noi (valsusini/poliziotti) contro noi stessi (poliziotti/valsusini), per quella strana legge naturale secondo cui quando un animale si sente in gabbia inizia ad autolesionarsi (è successo nelle balineu francesi, nei roghi di napoli e succede negli stadi italiani ogni settimana). La stampa e la politica si nutrono di quelle che Zizek nel suo saggio Considerazioni Politicamente scorrette sulla violenza metropolitana chiama "menzogne mascherate da verità". Gli scontri in Val di Susa non hanno generato i topic sulla violenza, ma al contrario, è l'investimento libidico di certo/a giornalismo/politica che ha generato (mediaticamente) il topic degli "scontri in Val di Susa". Quello che su Libero è un vanto, per noi diventa un segnale inequivocabile della propensione patologica a vedere nella manifestazione del 3 Luglio, il tanto atteso (e perverso) avvento dell'Altro.

Se fossi un ventenne valsusino le tirerei anch’io le pietre, gli estintori e i sacchi pieni di urina. Ma non contro i poliziotti e i carabinieri. Bensì addosso ai figli di papà che vengono in casa mia a giocare con la violenza e se ne fottono del mio futuro. Purtroppo le persone per bene non praticano la guerriglia di piazza. L’ira dei giusti resta un pio desiderio. Dunque non ci rimane che toccare ferro. E augurare agli inermi: buona domenica 3 luglio, giorno di San Tommaso apostolo. (Pansa, Libero-news.it, 03/07/2011)

Come aveva previsto Giampaolo Pansa, in Val di Susa è stata una giornata di battaglia: i pasdaran No-Tav insieme ad anarchici, centri sociali e black block provenienti da mezza Europa hanno messo a ferro e fuoco la montagna[...]

Il 'kit del perfetto violento', oltre alle bombe molotov, bulloni e pietre, prevedeva anche dei gavettoni d'ammoniaca "per bruciare la pelle degli sbirri" e pastigliette di Malox per resistere ai conati di nausea provocati dai lacrimogeni[...]
Sempre secondo la Questura, erano presenti al corteo circa 2mila aderenti ai centri sociali, 800 dei quali appartengono all'antagonismo radicale e e resistente, "che rappresenta l'ala più dura di questo coagulo a livello europeo di professionisti della protesta, mentre circa 300 provengono dall'estero: Francia, Spagna, Austria e Germania. (Libero-news.it, 04/07/2011)
Tralasciando la retorica da ex-sessantottino, per cui i violenti di oggi (ormai di ieri) sono composti da figli di papà, è solo grazie all'articolo del 4 Luglio che quello del giorno prima acquista la sua forza "premonitrice". Ancora una volta è l'effetto che precede (e giustifica) la causa. Ed è solo interrogando amichevolmente le immagini che potremmo districarci dal labirinto della "tautologia interpretativa" per bere, o quanto meno sorseggiare, un pò di verità.

- Sono tutti incazzati neri, punto e basta.
- Ma falla finita! Provati qualche passo di breakdance che è meglio ;) 

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