Quando torneremo a casa dopo aver visto L’Imperatore sospenderemo per un attimo la nostra coscienza critica, la nostra idea politica, le nostre credenze. Quel sogno messo in scena è uscito fuori dal quadro e ci ha punto. Ancora non sappiamo perchè, ma riconosciamo con evidenza il suo effetto sul nostro corpo come su quello torturato in scena.
Lo spettacolo si lascia sfogliare come un origami. La scenografia, come l’Italia, è un grande puzzle metamorfico in cui sesso e istituzione giocano un ossessivo nascondino. Si sviluppa la dimensione del triangolo equilatero, della trinità, dell’insopportabile ma necessario rapporto a Tre. Si inizia con un menage a trois fra umanoidi androgini che si tramuta in trinità istituzionale per ribaltarsi in un triangolo sadico fra l’Imperatore e due escort che ricordano tanto le valchirie metropolitane di Sin City.
Ai Ragli piace accumulare: simboli, oggetti, nozioni, fluttuano durante l’intera ora di spettacolo e trovano forse poco tempo per fermentare come dovrebbero. Rimane evidente, e ci colpisce, l’immondezzaio informale (allegoria di quello mediatico) che si viene a creare al centro dello stage su cui prima iconeggiava la sagoma del Bel Paese. Il massimo dell’istinto (il sesso) si mischia col massimo del rigore (la legge). Rosario Mastrota mette in scena il potere come violenza e il sesso come convenzione.
La recitazione è schietta e brillante e non censura nemmeno gli sputi in faccia. Paradossalmente la censura reale giunge dall’esterno ed ecco cosa ci punge! Sto parlando della recente aggressione al premier che come il più potente dei “lodi” ha reso la sua persona intoccabile anche dal punto di vista morale. Rimosso ogni riferimento nominale alla realtà, lo spettacolo subisce il ritorno della realtà stessa e rischia il j’accuse dei neo-liberali che possono vedere nella tortura all’Imperatore un perverso riferimento a Berlusconi. Come per La lettera rubata di Allan Poe, forse il modo migliore per nascondere qualcosa è mostrarla nella sua evidenza.
L'imperatore
Spettacolo liberamente tratto da "Nuovo Ordine Mondiale" di H. Pinter
con
Mauro Conte
Desirèe Cozzolino
Laura Garofoli
Rosario Mastrota
Nicola Canal
adattamento e regia
Rosario Mastrota
con
Mauro Conte
Desirèe Cozzolino
Laura Garofoli
Rosario Mastrota
Nicola Canal
adattamento e regia
Rosario Mastrota
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