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video citati:
Alien Ness - Untitled
Poe One - Attitude
FooDwork – questa rubrica nasce dall’esigenza d’inquadrare aspetti estetici e culturali del B-boying, diffondendo conoscenza e stimolando l’approfondimento.
Questa disciplina affonda le proprie radici e continua a trarre linfa espressiva dall’ambiente underground, porta-voce antistorico (per dirla in termini Pasoliniani) di una sub-cultura metropolitana. Per una documentazione sul b-boying, il versante storico-sociologico viene indagato dalle opere del “filone cult” anni 80 (Wild Style, Style Wars per il cinema, Hip Hop Files per la letteratura) per poi essere ripreso negli anni 2000 con l’ingresso dell’Hip Hop nell’immaginario collettivo (come l’ottimo “Can’t Stop, Won’t Stop” di Jeff Chang).
All’interno dei casi citati, se non sporadicamente e superficialmente, non esiste alcuno studio in materia di estetica del b-boying. Eppure dagli anni 70, passando per il boom degli 80, c’è stata una rielaborazione totale dei codici espressivi di questa disciplina, soprattutto in relazione alla sua pratica nei molteplici contesti sociali in cui la sub-cultura Hip Hop ha preso piede. L’accelerazione tecnologica e mediatica ha favorito, a partire dalla seconda metà degli anni 90, lo sviluppo di numerose reti di collegamento fra b-boy (eventi annuali, forum, social network, web channel) con un conseguente scambio di codici interpretativi (o per usare un termine più comune, di “stili”).
Gli elementi in gioco sono molteplici, e ogni stile o cambiamento di stile, è collegato alla cultura di appartenenza (nella maggior parte dei casi inscrivibile nella macro-cultura “occidentale”) che condiziona o suggerisce i metodi di fruizione, quindi la strategia espressiva. Questi processi espressivi non sono controllati dai propri autori, i quali, certamente ragionano su ciò che fanno, ma non si accordano coscientemente sulla strada comune da seguire. I b-boy (prima teenagers ora anche ultra-trentenni) guardano e ballano assieme ad altri b-boy, in contesti e tempi differenti, osservano video del passato e caricano su internet le proprie performance del giorno precedente. Ma soprattutto, parlano.
E’ solo la tradizione orale (supportata negli ultimi tempi da video-interviste) che può venirci incontro per studiare le forme espressive del b-boying e la loro evoluzione. E poiché i concetti estetici fluttuano ancora in un limbo fonico, accade che i metodi di giudizio e d’interpretazione di una sessione di b-boying, siano arbitrari, visti con la lente del proprio codice espressivo.
Credo che una strutturazione delle forme sociali e storiche, debba seguire anche una strutturazione linguistica dei vari stili che negli anni si susseguono e speriamo continuino a susseguirsi. Inoltre tentare di dare una forma ai concetti che troppo vacuamente vengono proferiti dalla bocca di centinaia di esponenti del movimento, potrebbe concorrere ad una maggiore presa di coscienza di questo argomento e offrire spunti importanti per la propria ricerca artistica. Studiando una parola (un passo, una sequenza, un gesto) torneremo inevitabilmente a parlare della sua etimologia (e quindi del suo aspetto storico, culturale, sociale).
Per fare questo mi servirò di una video-rubrica, diffusa con regolarità sul web, in cui mi cimenterò nell’arte culinaria, suggerendo ad ogni puntata una nuova ricetta. Se ve lo state chiedendo, non c’è nessun legame fra b-boying e cucina, semplicemente adoro cucinare e preparare qualcosa di concreto durante le mie digressioni verbali credo sia qualcosa di estremamente vitale.
Balla come mangi!
Yeah Nexus! Rubrica degna di ammirazione per come spinge avanti il bboying e la sua cultura!
RispondiEliminaGrazie per la conoscenza che diffondi fra i bboys!
Respect
Peace Nexus
by Kero
uaaa big up man mi hai aperto ancora di piu la mente. sei una fonte di sapere bella li alla prossima DaGaN
RispondiEliminafigo davvero! bell'idea... mi è venuta pure fame:-)
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