Anche l'abbigliamento trova il suo verso: metto la coppola rossa (il colore della rivoluzione!) e alle 10 sono in piazza Farnese con Miccichè sottobraccio.
Molta gente, poi tanta gente, tantissima: stimo il soggetto medio sui "35 anni-casual-uomo". Non vedo freakettoni nè immigrati, bensì molte donne inviperite, sia sotto sia sopra al palco, prima fra tutte la promotrice della manifestazione Sonia Alfano.
Il clima è frizzante. Ci riscaldano le secchiate di sole che filtrano dai palazzoni e molto di più le parole di Borsellino (grazie al quale mi ricordo che il rosso è anche il colore del "sangue"), Travaglio, Beppe Grillo, Di Pietro e Vulpi.
Corde vocali fumanti stridono, crude, come le immagini delle stragi di mafia trasmesse sul teleschermo a cui seguono i nomi delle vittime: titoli di coda d'un melodramma tragico intitolato "Italia".
Avverto e avvertiamo tutti quel fremito all'altezza del plesso solare.
Alzo lo sguardo e scatto una foto col cellulare inquadrando il maxischermo, il palazzone e la scenografia su cui troneggia il motto "io SO". L'analizzo:
Analisi Jackobsoniana della funzione poetica di "io SO"
- io (in minuscolo = l'io personale, comune, basso) SO (in maiuscolo = grido, potenza, moltiplicazione), allora: il piccolo io, sapendo, diventa GRANDE;
- io (essere) SO (informarsi) = io sono [ergo] SO = SO [ergo] io sono = se io mi informo, allora sarò e saprò farmi valere;
- io SO = allitterazione (ripetizione di una lettera o suono all'interno di parole successive) = + musicalità = + unione fra le due parole = iOSO! = io oso sapere delle cose che solitamente vengono nascoste: "so di sapere"!
E prepotentemente (dopo Jackobson) ruggiscono le parole di Roland Barthes* quando parla di "impegno delle forme". Impegno politico e morale sui significanti (tv & giornali) i quali rischiano di essere "alienati" passando attraverso un "falso codice, il codice del naturale" (v. i reality show). E con un capo del governo che è anche il capo dell' "impero dei segni naturalizzati" (mediaset) mi viene da pensare che si può benissimo parlare di un Italia del "regimi[e] di significazione".
Qual'è dunque il nostro compito?
est-etizzarci.
*Sul Cinema, Il Melangolo, Genova 1997 (prima pubbl. in "Nuovi Argomenti" n.2 nuova serie, apr-giu 1966).
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