Questa estate ho preparato un
o show e
mi sono messo in viaggio. Avevo scritto due righe
qui sul blog, e portato con me un
quaderno di appunti. Ritornato stravolto da questo tour di 10 giorni in solitaria, fui obbbligato al riposo coatto e fra settembre e ottobre scrissi
*qualcosa*, rielaborando gli appunti del quaderno. Ora, poichè sto scrivendo
un'altra cosa e
un'altro spettacolo, mi riesce
difficile pubblicare nuovi articoli su
nexusmoves. Ecco perchè nelle
prossime settimane vi sorbirete questo
racconto a puntate che narra in stile picaresco (ma non troppo)
le mie avventure lungo la riviera adriatica. A farvi compagnia i soliti topic del blog, che sono gli stessi della mia esistenza:
breaking, cinema, filosofia, vita di strada, cultura hip hop e nasi rossi.
Prima di iniziare il viaggio, una premessa d'obbligo:
Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.
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Stregatto Randagio
Quaderni di un b-boy con l'hobby di lavorare
0.
Un giorno qualunque decise di partire. Fare fagotto, rilanciare la sua arte per le strade. Mancava solo l'idea, la traccia musicale, l'apparecchiatura e l'itinerario. Insomma mancava tutto. L'estate s'apprestava al giro di boa e ne dedusse che il tempo fosse dalla sua. Si sentiva in gran forma. Non rimaneva che applicarsi. L'idea precipitò inaspettata o forse s'era accovacciata sotto la coltre dell'inazione, balzando fuori assetata d'effetto sorpresa. Decise di raccontare la storia del cinema attraverso il breaking, o come tutti chiamavan' breakdance, l'antica arte di voltolarsi sul beat.
Per l'imminente performance servivano colonne sonore orecchiate e ballabili, oltre ad una coerenza storico-critica delle citazioni che ne avrebbero composto l'intelaiatura. Seguirono giorni di intenso studio. Mentre scorreva il manuale di cinema nordamericano, cavalcava con la memoria fotografica i capolavori di quello italiano. Sebbene fosse a suo agio coi fornelli, dilapidava primi piatti frugali e spuntini ipocalorici. Trascurò l'allenamento quotidiano per sfarzose elucubrazioni. Prendeva la cosa molto sul serio, come se il fantasma di Roland Barthes lo avesse potuto sbertucciare pubblicamente da un momento all'altro. Una sera si coricò con un dilemma: il pubblico medio avrebbe colto la citazione a Nostra Signora dei Turchi di Carmelo Bene? Un'altra notte, domandò a Laura, la sua convivente: “E se mettessi la sigla di Batman degli anni sessanta?”. Laura sapeva che confondere il cinema con la televisione era sintomo di un imminente tracollo. Spense la luce senza rispondere.