mercoledì 16 marzo 2011

La Danza Muore...ma la Street Dance non è mai nata

La Danza Muore!
PRIMA MOBILITAZIONE NAZIONALE DELLA DANZA
Mercoledì 23 Marzo, Piazza Montecitorio (Roma)






Quando il ministro dell'economia Tremonti disse - "Fatevi un panino con Dante Alighieri" - a proposito delle proteste contro i tagli alla cultura, mi venne in mente un film con De Sica. De Sica padre, ovviamente. Si tratta di Pane,amore e fantasia, capostipite della commedia all'italiana. Tutti ne hanno sentito parlare, ma in pochi conoscono l'origine del titolo. La leggenda vuole che Luigi Comencini, passando accanto ad un muratore in pausa pranzo, disse - "Ehi, che ci metti in quel panino?" - "Fantasia, dottò, fantasia!". Pane e fantasia: metafora perfetta per descrivere l'Italia in corsa verso il boom economico. Oggi a poco più di 50 anni di distanza, il pane scarseggia ma la fantasia, ideologicamente parlando, c'è in abbondanza. A seppellire l'aforisma tremontiano ci hanno già pensato pezzi da novanta del calibro di Umberto Eco eppure, il saggio insegna, non esiste la negazione assoluta.

Il mondo della danza scende in piazza il 23 Marzo per salvarsi la pelle. Un titolo apocalittico - "La danza muore" - sta invadendo le bacheche di Facebook e invita tutti - ballerini, coreografi, insegnanti, operatori - a riunirsi in piazza contro i tagli al FUS. Lo trovo giusto. Come dico sempre ai neofiti, nel panorama artistico Italiano, le arti performative sono all'ultimo posto. Fra di loro, la danza è all'ultimo posto. Fra le danze, la street dance è all'ultimo posto (e se proprio sono in vena di polemiche: fra la street dance, il b-boying è all'ultimo posto!). Detto ciò, chi vi parla è all'ultima ruota dell'ultimo carro dell'ultima carovana dell'ultima migrazione per la sopravvivenza.

Eppure, essere uno street dancer ti permette di osservare tutto l'ingranaggio da una prospettiva assai concreta, quasi neorealista. Se poi ti capita di accedere, solo per qualche anno, alle cabina di guida della carovana e studiare un pochino, puoi trarre tante interessanti conclusioni. Ad esempio che le "carovane" sono guidate sempre dalle stesse persone e pensi - ok, è così perchè c'è bisogno di esperienza - ma poi ti accorgi che sono persone con un occhio bendato o addirittura cieche; che oltre a guidare, insegnano a farlo, indicono gare di guida per selezionare copiloti strabici; che se una ruota traballa o si incrina è meglio lasciarla così, magari passandoci qualche mano di vernice, tanto nessuno se ne accorgerà; che è meglio sfiancare i cavalli fino alla morte piuttosto che nutrirli bene e razionare gli sforzi...tanto ce ne sono di nuovi in abbondanza; che non c'è bisogno di consultare una mappa, studiare un percorso, condividere l'esperienza di viaggio...ad ognuno la propria rotta, anche quando si gira a casaccio o si procede a zig-zag. Chi ci aspetta, chi ci guarda, anche lui è cieco o bendato, quindi tanto vale la pena ingegnarsi. E non si tratta di sprecare risorse ma di "procedere adagio". Il nuovo orizzonte professionale è la mediocrità.

Una volta uscì la pubblicità di un contest 1vs1. La novità: si balla bendati! Quindi mi chiesi: se entrambi non possono vedersi come fà uno a rispondere all'entrata dell'altro? La situazione di oggi è più o meno questa. Da una parte l'ignoranza di chi non sà vedere, dall'altra l'ignoranza di chi non sa mostrare. Per questo dire "la danza muore" è giusto e troppo facile. Per quelli come noi, ballerini di strada che per ballare hanno rovinato i rapporti umani, dormito nelle stazioni di mezza europa, perso voti a scuola e guadagnato passi originali in palestra, tutta questa protesta suona distante, ovattata. Paghiamo il debito di una generazione passata che ha trasformato la street dance in un fenomeno da baraccone per raccimolare un successo che non avrebbe mai ottenuto rimanendo fedele ai principi della cultura Hip Hop. Ecco cos'è per noi la "cultura", la nostra cultura: non è il panino di Tremonti, è un paradigma esistenziale, un orizzonte poetico, una ruota che rifiuta di staccarsi e inizia a girare al contrario. Don't forget.

Torno da una settimana soffocata da spettacoli e occhiaie. Giovedì sera al Circolo degli Artisti a Roma c'è Afrika Bambaataa...non aggiungo altro. You must be there!

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