giovedì 23 luglio 2009

La guida perversa al Cinema

"Cinema is the ultimate pervert art. It doesn't give you what you desire - it tells you how to desire"

Slavoj Zizek


Suggerisco questo documentario (quasi interamente disponibile su youtube!) a chi voglia approfondire il rapporto fra cinema, psicanalisi e filosofia. In generale un'ottima piattaforma di lancio all'interpretazione ragionata dei film. Il video è molto scorrevole e ricco di clip cinematografiche che vanno da Il Grande Dittatore a Matrix, passando per Alfred Hitchcock e David Lynch. Zizek, e la sua pronuncia inglese "all'italiana", si materializza all'interno delle scene parlando del rapporto realtà-fantasia, soggettività-alterità e diagnosticando la natura perversa del cinema, di cui anche noi in qualità di spettatori, facciamo parte.





mercoledì 15 luglio 2009

Meglio un Ovetto Kinder oggi?


"L'Ovetto Kinder, uno dei più popolari prodotti di cioccolato in vendita in tutta l'Europa centrale, è un guscio di uovo vuoto fatto di cioccolato e avvolto in una vivace carta colorata; dopo che si è scartato l'uovo e si è rotto il guscio di cioccolato per aprirlo, ci si trova dentro un piccolo giocattolo di plastica (o delle piccole parti con le quali si può mettere insieme un gioco).
Un bambino che compra quest'uovo di cioccolato spesso lo scarta nervosamente e rompe solo il cioccolato, senza curarsi di mangiarlo, preoccupato solo del gioco che c'è dentro - un simile amante del cioccolato non è forse un caso perfetto del motto di Lacan "Ti amo, ma, inspiegabilmente, amo qualcosa in te più di te stesso e ,perciò, ti distruggo"? E, in effetti, questo gioco non è forse l'objet petit a [l'oggetto-causa-di] nella sua purezza, il piccolo oggetto che occupa il centro vuoto del nostro desiderio, il tesoro segreto, l'àgalma, al centro della cosa che desideriamo? Questo vuoto materiale ("reale") al centro, naturalmente, rappresenta la distanza strutturale ("formale") a causa della quale nessun prodotto è "davvero QUELLO", nessun prodotto è all'altezza dell'aspettativa che fa sorgere.
In altre parole, il piccolo gioco di plastica non è semplicemente differente dal cioccolato (il prodotto che abbiamo comprato); benchè materialmente differente, esso occupa la distanza nel cioccolato stesso, cioè è sullo stesso piano del cioccolato.[...] Nell'inghilterra elisabettiana, al sorgere della soggettività moderna, è emersa la grande differenza tra il cibo "sostanzioso" (la carne) mangiato nella grande sala del banchetto, e i dolci dessert mangiati in una piccola stanza separata mentre le tavole venivano ripulite ("svuotate") nella sala del banchetto - così la piccola stanza dove venivano consumati i dessert è stata chiamata "vuota".
[...] In questo vuoto separato era permesso togliersi la maschera ufficiale e lasciarsi andare al rilassato scambio di pettegolezzi, impressioni, opinioni e confessioni, in tutta la gamma, dal triviale al più intimo. L'opposizione tra la "cosa reale" sostanziale e la frivola apparenza ornamentale che avvolge solo il vuoto coincide così con l'opposizione tra sostanza e soggetto - non stupisce il fatto che, nello stesso periodo, "vuoto" funzionava anche come allusione al soggetto stesso, il Vuoto dietro l'apparenza ingannevole delle maschere sociali. Questa, forse, è la prima versione culinaria del famoso motto di Hegel secondo il quale si deve concepire l'Assoluto "non solo come Sostanza, ma ancghe come Soggetto:" si deve mangiare non solo pane e carne, ma anche buoni dessert..."

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