Roma - 27 febbraio 2010. Piazza del popolo viola. Ragazzi, ragazzoni e anziani invadono il centro romano in cerca di risposte. Anzi, cercando di rispondersi. Si perchè il governo, lo stato, il sistema, colloquia solo sui canali unidirezionali della tv, e del feedback della rete non tiene conto (o meglio, ne tiene conto distogliendo lo sguardo mentre tenta di imbavagliarlo). Una manifestazione organizzata e promossa su Facebook, ha raccolto oggi decine di migliaia di adesioni ed il giorno seguente avrà una misera manciata di titoli nei quotidiani. Gli interventi sul palco si susseguono agili e puntuali, senza mai scadere nella retorica, senza piagnistei nostalgici. Flores D'arcais, Gioacchino Genchi, Oliviero Bea fra i migliori.
Poi trasalisco quando vedo sul palco il maestro Mario Monicelli che a 92 anni suonati invita a "spazzare via la classe dirigente" e prendere il loro posto: giovani e vecchi. Penso al Sordi di Un eroe dei nostri tempi (1955) e al Gassman de I Soliti Ignoti (1958), che nel '59 si incontrano in quella vibrante pellicola che segna il giro di boa della commedia all'italiana: La Grande Guerra. Mi piace pensare che i due personaggi/attori dei film precedenti, continuino la loro storia in questa opera: entrambi "condannati" a lavorare al termine delle rispettive avventure cinematografiche (Sordi in polizia, Gassman in un cantiere), si ritrovano a servire la patria durante la guerra del 15-18. L'arte di arrangiarsi, così utile per sviare le leggi della società civile, si rivela insufficiente per evitare la morte, che diventa poi martirio, sacrificio patriottico. Dopo tragicomiche avventure (memorabile questa scena di Sordi che usa la padella come bersaglio er ricavare i buchi necessari alla cottura delle castagne!) i due personaggi muoiono fucilati, lasciandoci con l'amaro in bocca.
Cinquant'anni dopo l'amaro è diventato agrodolce. Ci piace. Ci piace gustare e ridere a denti stretti del nostro lugubre presente. La lezione monicelliana non ha attecchito e percepisco ancora la convinzione che basti ridersi addosso per debellare le contraddizioni dello status quo. Ebbene non basta l'irriverenza della satira, se non è accompagnata all'efficacia delle azioni, al passage a l'acte dei nostri avatar. In fondo piazza del popolo viola ricordava vagamente il pianeta pandora del film di Cameron. E' stata l'occasione per intessere quei collegamenti interpesonali, che affiancati a quelli virtuali (altrettanto importanti!), permetteranno di creare quello spostamento dell'asse politico (dai partiti al popolo) che oggi è ben lontano dall'essere attuato.
Poi trasalisco quando vedo sul palco il maestro Mario Monicelli che a 92 anni suonati invita a "spazzare via la classe dirigente" e prendere il loro posto: giovani e vecchi. Penso al Sordi di Un eroe dei nostri tempi (1955) e al Gassman de I Soliti Ignoti (1958), che nel '59 si incontrano in quella vibrante pellicola che segna il giro di boa della commedia all'italiana: La Grande Guerra. Mi piace pensare che i due personaggi/attori dei film precedenti, continuino la loro storia in questa opera: entrambi "condannati" a lavorare al termine delle rispettive avventure cinematografiche (Sordi in polizia, Gassman in un cantiere), si ritrovano a servire la patria durante la guerra del 15-18. L'arte di arrangiarsi, così utile per sviare le leggi della società civile, si rivela insufficiente per evitare la morte, che diventa poi martirio, sacrificio patriottico. Dopo tragicomiche avventure (memorabile questa scena di Sordi che usa la padella come bersaglio er ricavare i buchi necessari alla cottura delle castagne!) i due personaggi muoiono fucilati, lasciandoci con l'amaro in bocca.
Cinquant'anni dopo l'amaro è diventato agrodolce. Ci piace. Ci piace gustare e ridere a denti stretti del nostro lugubre presente. La lezione monicelliana non ha attecchito e percepisco ancora la convinzione che basti ridersi addosso per debellare le contraddizioni dello status quo. Ebbene non basta l'irriverenza della satira, se non è accompagnata all'efficacia delle azioni, al passage a l'acte dei nostri avatar. In fondo piazza del popolo viola ricordava vagamente il pianeta pandora del film di Cameron. E' stata l'occasione per intessere quei collegamenti interpesonali, che affiancati a quelli virtuali (altrettanto importanti!), permetteranno di creare quello spostamento dell'asse politico (dai partiti al popolo) che oggi è ben lontano dall'essere attuato.
La giornata si spegne in un blu elettrico. Occhi scintillanti, cupi ma profondi.
Domani, domani è Domenica.
Domani, domani è Domenica.
gli occhi blu scintillanti... il dulcis in fundo meritato, come la domenica del villaggio...
RispondiElimina