"Questo è un b-boy, questa è una b-girl". Ripetete la frase mentalmente, ad occhi chiusi. E' probabile che nella vostra mente si formi l'immagine evanescente di un b-boy e di una b-girl. Non si tratta di un'immagine vera e propria ma di un concatenamento di volti, movimenti, vestiti, luoghi e "inquadrature" che formano un abbozzato prototipo di b-boy e di b-girl. Bene, ora aprite gli occhi. Cercate un'immagine o un video di breaking risalente a circa quindici anni fa. La cosa più semplice è cercare sul web, ma potete anche riesumare una vecchia fotografia o mettere su un DVD (o addirittura un VHS!). Attenzione, ora arriva il difficile: confrontate l'immagine degli anni 90 con quella che avete visualizzato mentalmente. Il metodo migliore è sovrapporre l'immagine percepita nella realtà con quella immaginata. Cosa è successo? Le immagini coincidono, oppure no? Quella della b-girl sì, quella del b-boy no, o viceversa? Se sì, la vostra coscienza immaginativa (così la chiamava Jean-Paul Sartre nel 1940) è rimasta grossomodo stabile. Se no, la vostra immaginazione ha subito un cambiamento. In entrambi i casi emergere la stessa domanda: sotto quali condizioni il mio immaginario cambia o rimane stabile?
Facciamo un passo indietro: cos'è un immaginario? Un immaginario non è semplicemente un "mondo finzionale" che si crea nella nostra mente. Esso influisce sul nostro modo di narrativizzare e scenarizzare la realtà e di conseguenza sulla nostra coscienza. L'immaginazione è la capacità che abbiamo di immaginare questi mondi, ma è anche un'atmosfera entro cui siamo immersi. Così l'immagine che abbiamo di noi stessi, è il risultato strategico della nostra immaginazione individuale, di quella degli altri e del palcoscenico in cui ci troviamo (familiare, lavorativo, underground ecc.). Se non fosse così, non perderemmo tempo a guardarci allo specchio per cercare di capire come l'altro potrebbe immaginarci, nè spenderemmo soldi e tempo in cerca dell'oufit giusto, legandoci all'immaginario della marca di abbigliamento a cui siamo più o meno devoti. E soprattutto, non chiuderemmo gli occhi per visualizzarci in mezzo ad un cerchio, nella scena di un film, o nell'arena del Red Bul Bc One, cercando di capire quanto il nostro io-immaginario stia bene nella cornice mentale che si materializza nella nostra mente.
Dopo la sorprendente vittoria alla selezione europea del Bc One, il mio amico Roman "Froz" Gorskiy ha iniziato a pubblicare il resoconto della sua scalata verso la vittoria. Un passaggio mi ha colpito. Dopo aver battuto al primo turno un b-boy di grande prestigio (Xisco), Froz realizza che ha veramente la chance di portare a casa il titolo. "E' come una luce che si accende nella mia testa" - ci racconta Roman. Questa presa di coscienza scatena un ritorno al futuro dove "afferri quel concetto che ti era sempre sfuggito ed ora ti sembra di averlo sempre conosciuto". Una sfida non si combatte solo sul pavimento ma anche sul piano immaginario. Quando batto un b-boy o una b-girl io impongo l'immagine della mia vittoria nell'immaginario collettivo, influenzando non solo la mia immagine negli altri, ma anche la mia auto-coscienza. La percezione visiva della vittoria attuale, mi permette di visualizzare l'immagine utopica della mia vittoria futura, fino a credere "di averlo sempre conosciuto". Allo stesso tempo, l'immaginario collettivo si modifica provocando effetti shockanti. Ad esempio, l'immagine di b-boy Focus che durante la finale del Bc One Europa non riesce a rispondere a tono alle entrate di Froz, ha cozzato con quella del mio immaginario, in cui Focus è superiore a Froz. Questa immagine-shock non cambia solamente i rapporti di "potere" fra Froz e Focus, ma anche il rapporto fra noi e il Bc One. Come ricorda Monsa, il format della Red Bull ha "lanciato dei Breakers prima sconosciuti" (e parliamo di b-boy, non di b-girl). Ecco perchè due anni fa, a seguito di una regia televisiva penosa, molti breaker hanno concentrato le loro critiche sul "taglio delle riprese" (cosa che, nel caso di battle, film o spettacoli, viene poco presa in conto).
Ora torniamo alle nostre due immagini: quella attuale e quella degli anni 90. Il Red Bul Bc One ha sicuramente influito sull'immaginario del breaking. Suppongo che molti b-boy e b-girl della nuova generazione si siano avvicinati al breaking attraverso le immagini del Bc One e che, come è accaduto a Froz (che non è di primo pelo), una grossa fetta del loro "battle immaginario" sia ambientato sotto i riflettori dell'arena della Red Bull. Molti altri e altre, sono magari legati all'immaginario "di strada" degli anni novanta o a quello di film cult anni 80 tipo Wild Style e Beat Street. Questi immaginari si sovrappongono, ci attraversano, ci sommergono. Un'azienda multinazionale come Red Bull si è imposta per una "coolness" intrinseca o ha operato secondo una strategia? Il così detto "underground", in che termini si colloca nella scacchiera scenarizzante? Cosa accade in me, in noi, quando un nuovo immaginario ne scalza un altro: provoca omogenizzazione o può lanciare coscienze alternative?
Immaginiamo...
Immaginiamo...
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