martedì 8 marzo 2011

8 Marzo - L'Arte della Gioia

L'Arte della Gioia
di Goliarda Sapienza
Romanzo, Einaudi, 2008


Festa della donna si dice. Si dice pure che c'è ancora tanto da fare per i diritti delle donne. Si dice che le donne, quando scendono in piazza o quando non lo fanno, sono comunque fuori posto. Tanto si dice e poco si fa. "Femminismo"?  Per molti una sorta di fondamentalismo. Come se la donna fosse un non-uomo, un "anche" o un "come" uomo. La donna è un paradigma esistenziale.
Ho scelto questo brano tratto dal magnifico romanzo L'Arte della Gioia di Goliarda Sapienza. In queste righe Modesta, la protagonista della saga, si reca poco più che ventenne nella grande Catania degli anni '10. Per la prima volta nella sua vita finalmente Modesta vede il mare, ma...

"Ma le promesse di libertà che le onde e il vento andavano ripetendo, si frantumavano lungo i muri dei palazzi fioriti di rose e pampini di lava tagliente. Non c'era libertà in quelle strade, e vicoli, e piazze ambigue, traboccanti di soli uomini con pagliette e bastoni arroganti, spiati da ombre femminili nascoste far le tendine delle finestre o nel buio dei bassi sempre socchiusi. Il palazzo di via Etnea spalancava una sequela di saloni ostili dove, due giorni dopo il nostro arrivo, una processione di donne impeccabilmente vestite, con guantini bianchi o neri e cappellini fioriti, cominiciò a sfilare davanti a noi aprendo e chiudendo ventagli e offrendo protezione e consigli.
    - Oh, Gesummaria! No! Già s'è parlato molto della vostra assenza di domenica! Certo, eravate stanche del viaggio, certo. Ma mi raccomando colombelle, domenica alla messa di mezzogiorno. E' tradizione. Assolutamente.
    - Scendere al caffè da sole? Oh no, è inammissibile cugina, inammissibile!...
    - Certo, è proprio una disgrazia non avere un fratello, un marito!
    - AL cinematografo? Quella diavoleria moderna? Oh no! Noi non andiamo mai, eccetto in qualche rara occasione e sempre a condizione che qualcuno dei nostri uomini si sia sincerato prima che non si tratti di una pellicola troppo licenziosa...
    - Una pellicola che tratti di storia, dite, cugina? Macchè! Storia come paravento a scene indecorose, donnine scollacciate, baccanali, lasciamo stare! E quelli del parlamento che si riempiono la bocca con la scusa della libertà. Ma che c'è da aspettarsi con tutti quei socialisti al governo? E il nostro Santo padre prigioniero! Intanto il malcostume dilaga anche nelle nostre case! Ieri per poco non mi prendeva un colpo a sentire mio nipote, a soli quattordici anni, che generazoine arida di sbandati, egoisti sta venendo su!...che dicevo? Ah sì, che per poco non mi venne un colpo a sentire mio nipote che spingeva sua sorella a tagliarsi i capelli come fanno tutte quelle forsennate del Continente, le suffragette. Mio marito, che le ha viste a Milano, dice che uomini sembrano con quei capelli corti e senza busto. Ci manca solo che si mettano i pantaloni e amen! Tutto si sta sovvertendo, tutto!
[...]
La città insegnava. Quel potere di cupole maestose, di palazzi e torri rapaci appena ingentiliti da trine di cancelli sdegnosi, sbarrava il passo al fomicolio miserabile che si dissanguava a servire e sorridere, ricordando a tutti, ricchi e poveri, di accumulare denaro per combattere la paura della morte, una parola che in realtà non è più paurosa della parola malattia, schiavitù, tortura. Non mi sarei più confrontata con la morte, con quel traguardo che non più temuto fa eterna ogni ora goduta pienamente. Ma bisognava essere liberi, approfittare di ogni attimo, sperimentare ogni passo di quella passeggiata che chiamiamo vita."

Auguri a tutte le donne e a tutti i movimento d'ispirazione femminista (specialmente la Feminist Film Theory!).

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