lunedì 22 marzo 2010

Digital Life

In un sabato sera che paventa primavera, mi sono recato con un eterogenea combriccola di amici presso l'ex mattatoio dove è allestita la mostra Digital Life promossa dalla fondazione Romaeuropa.

Enpower your senses - recita lo slogan di sottotitolo di questa esposizione d'arte conteporanea dedicata interamente al digitale. Ambienti stereoscopici fra i resti (un pò inquietanti) delle attrezzature dell'ex mattatoio su cui sorge il centro espositivo La Pelanda. Dall'Italia, all'Europa, all'estremo Oriente, Digital Life, convoglia diverse location artistiche che hanno in comune il mezzo audiovisivo digitale quale strumento privilegiato per la riflessione sul contemporaneo.

Non basta però qualche citazione a Deleuze (X-Scape 08 di Martux_M) o all'11 Settembre (Exploding Camera_2007 di Julien Marie) per connotare un'orizzonte di autorialità, e quindi di valore, a delle opere che rimangono piuttosto superflue. In un contesto in cui l'innovazione tecnologica permette con facilità e pochi "spiccioli" di realizzare progetti d'interattività autore-spettatore, Digital Life ci sembra stare un passo indietro. E' la differenza fra plurimedialità e multimedialità, termine quest'ultimo, ab-usato per indicare in generale tutti quei medium che racchiudono diversi codici (visuale, scritto, plastico). La sostanziale differenza però sta nel fatto che per "multimediale" si intende un sistema interattivo, in grado di reagire ad una risposta, un feedback del fruitore (caratteristica in mancanza della quale ci troviamo di fronte ad un mezzo solamente "plurimediale").

Nonstante alcune opere che puntano sulla pura fascinazione estetica sfruttando l'esotismo del digitale, c'è da segnalare l'interessante lavoro di Christian Partos (Svezia) che con M.O.M. (Multi Oriented Mirror) riproduce il ritratto di sua madre attraverso un mosaico di tasselli-specchio, appositamente inclinati per creare l'effetto di chiaro-scuro in funzione del riflesso luminoso. Ne scaturisce una sorprendente pixelizzazione dell'immagine attraverso un processo analogico e non digitale. Come per dire: digitale o non, è sempre l'occhio "la reginetta del ballo". Di suggestiva rilevanza anche Ondulation_2000 (Canada/Germania/Finlandia) che ribalta l'usuale rapporto di dipendenza del suono dall'immagine attraverso un ipnotico gioco d'acqua e Life di Ryuchi Sakamoto e Shiro Takatani: esistenziale, multipervasivo, platonico.

Prima di uscire sfogliamo diveriti l'albo delle firme:"Legalize it", "Bisogna fasse na canna per capire questa mostra" e molti altri di medesimo orientamento. Io mi limito a frimare un "Nexus" a cui tu aggiungi "Laura". Il sabato sera continua...

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Digital Life - Enpower your senses.
3 Marzo - 2 Maggio 2010
La Pelanda (Ex-Mattatoio di Testaccio)
Piazza O. Giustiniani, 4 - Roma
Ingresso: 6 euro (ridotto 4 €)
Da martedì a venerdì h16/24 - Sabato e domenica h12/24
Infoline: 060608

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