martedì 17 dicembre 2013

Dopo "L come Alice"...si brekka!

#LcomeAlice -© Mat photo 2013
Grazie, grazie, grazie. A quel centinaio di persone che lo scorso weekend hanno condiviso con noi l'esperienza di "L", rinfocolando la miccia di un immaginario militante, quanto "traforallante". Un immaginario che ci coglie, ci sfida, ci mostra le crepe aperte del linguaggio, ce lo fa sovvertire. Alice scompare momentaneamente dalla scena, lasciando un eco nella mente: «come il sorriso senza gatto». Alice è quest'ultimo abbacinante mese di alzatacce, pestoni, strattoni politici e fugaci, spietati amplessi di soddisfazione. Al Teatro Le Sedie abbiamo sguinzagliato il nostro book bloc (Jeter, Carroll, Artaud, Deleuze, Dennett) ma avremmo voluto anche quello dei compagni di Spartaco, che hanno accolto le nostre prove a "scatola chiusa". Per rimediare, stiamo organizzando una due giorni di "L" proprio da loro, magari subito dopo le feste. Nel frattempo potete continuare a far vivere l'hashtag #LcomeAlice con i vostri personali indizi (immagini, video, citazioni, riflessioni) sulla non-storia di Alice.

martedì 3 dicembre 2013

"L come Alice": teatro e videoarte di/con Nexus e Laura Garofoli


L come Alice 
spettacolo di teatro e videoarte
di Lewis Carroll & Antonin Artaud
con Laura Garofoli
adattamento, regia e scenografia Nexus
aiuto regia Giuseppe Sofo
costumi Mariagrazia Toccaceli
con il sostegno di Csoa Spartaco 

13-14-15 Dicembre 2013
ore 21.00 (Domenica 15, ore 18.00)
Intero: 10€
Ridotto: 8€

Info:
www.nexusmoves.com 


Prenotazione biglietti:
Teatro le Sedie
Tel. 320.1949821

 
Chi è Alice? La fanciulla che stregò il reverendo Dodgson durante una gita in barca nell'Aprile del 1862? Il personaggio che precipita nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll? La bambina a piedi scalzi immortalata su una lastra di vetro? Che sia la biondina dalle ciglia folte e di bianco-azzurro vestita, mercanteggiata dall'immaginario Disney? O si tratta di quel capitolo schizofrenico che Antonin Artaud partorì in manicomio? Oppure Alice è la filosofa, la regina del nonsense evocata da Gilles Deleuze in pieno maggio '68? 

Oppure no.
Oppure L'alice non è né parte né somma di tutto questo.
E va reinventata.

La si vedrà precipitare in un'epoca vittoriana alternativa dove gli ingranaggi delle macchine, le fantasmagorie utopiche e gli arti mancini esondano e si mescolano in una narrazione anarchica quanto affabulatoria. Taluni la chiamano steampunk.

Si assisterà ad una partita a scacchi senza alternanza di colpi: presenze fantasmatiche, viaggi nel tempo, amputazioni, possessioni, troppo burro e troppo, troppo poca marmellata!

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clicca sulla foto per ingrandire
L come Alice è uno spettacolo di teatro e videoarte ispirato al romanzo Attraverso lo specchio di Lewis Carroll e alla traduzione che ne diede Antonin Artaud durante l'internamento nel manicomio Rodez nel 1943. La messa in scena è composta dal concatenamento di micro-situazioni che alternano e mescolano le proiezioni di immagini in movimento con la performance attoriale. La metodologia di lavoro segue da un lato le orme del teatro della crudeltà e della phoné di Artaud e Carmelo Bene, dall'altro quelle della slapstick comedy e del nonsense, tentando di svolgere quell'arte "di superficie", popolare quanto colma, di cui parla Deleuze in Logica del senso. Così i media del XIX sec. (orologi, manichini, "farfalle" a dondolo, lanterne magiche, ecc.) svolgono un ruolo fondamentale nell'incontro con/fra immaginazione e performance. Essi saranno letteralmente amplificazione e amputazione di coscienza - con buona pace di McLuhan! - e ci guideranno nel mondo a-temporale della mente. Il tempo, quello scandito dal ticchettio dell'orologio, Alice decide di "massacrarlo", attraversarlo e così resistere all'egemonia del divenire seriale. 

L come Alice dispiega questa coscienza intessuta di effetti collaterali, contromosse, balbuzie e mai da cause, tattiche o discorsi. Lo si vedrà, lo si sentirà: "andare a teatro come se si andasse dal dentista", si diceva.

Si dia il benvenuto nell'underground dello specchio.

(e se non basta, c'è sempre #LcomeAlice!)

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Alice (Něco z Alenky) di Jan  Švankmajer (1988)
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