giovedì 28 marzo 2013

Beppe Grillo secondo Lacan: il Clown come Superego populista

Dopo le ultime elezioni, il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica del paese. Il movimento fondato da Beppe Grillo non rivendica la leadership del comico genovese, il quale, de facto, ne rappresenta il deus ex machina: detiene i diritti di sfruttamento del logo/sito di riferimento ed è presidente dell'omonima associazione. Nel 2008, Salvoj Žižek definiva Berlusconi il “Kung Fu Panda” della politica italiana. Non l'uomo "who screwed an entire country" (come lo definì il Guardian), bensì il soggetto che ha fatto del self-screwing o self-mocking la chiave del proprio successo. Come il panda della Disney, zuzzurellone e incompatibile con la carica di “maestro di kung fu”, Berlusconi ha trionfato proprio in virtù della sua sfacciata autoironia nei confronti delle proprie debolezze. “Non facciamoci ingannare, però” - ammoniva Žižek - “dietro la maschera da pagliaccio c’è un potere spietatamente efficientebasato sulla paura del soggetto nocivo (immigrati, clandestini, giudici corrotti ecc.). Berlusconi è ed è stato un grande feticcio (a destra si cantava “meno male che silvio c'è” a sinistra si organizzavano i No B-day).
 
Oggi Beppe Grillo ha elevato il pagliaccio ad un livello superiore, impersonando un clown incazzoso che non ha bisogno di occupare una posizione simbolica specifica (la cosidetta “poltrona”), per esercitare il proprio potere superegogico. Ma cos'è il superego? Secondo Sigmund Freud, in L'Io e L'es, è l'istanza psichica che subentra dopo la morte simbolica del Padre (tramonto del complesso di Edipo) e attraverso cui interiorizziamo i codici di comportamento etico, l'insieme dei valori socialmente accettati che ci guida nelle scelte (“l'Ideale dell'io o Super-io”). Succesivamente Jacques Lacan suddividerà questo agente (agency) in due parti: definendo l'Ideale dell'Io come Nome-del-padre/Grande Altro (in inglese: Big Other), un concetto molto simile all'orwelliano Grande Fratello (Big Brother): lo sguardo onnivedente dell'ordine socio-simbolico, l'Alterità verso cui il soggetto fonda il suo desiderio, sempre disatteso perchè basato su una mancanza. Il Nome-del-padre di Lacan ha però il suo lato osceno, e si esprime con quello egli nel Discorso ai Cattolici chiama “Il padre Reale” (e Žižek rielabora in Padre del godimento). Il superego allo stato puro è “questo stesso agire nel suo aspetto vendicativo, sadico e punitivo […] l'agente crudele e insaziabile che mi bombarda di richieste impossibili […] e per cui più provo a reprimere i miei sforzi peccaminosi, più sono colpevole ai suoi occhi”(Žižek, Leggere Lacan, p.98). Per Lacan il superego è strettamente legato all'inconscio, poiché diventa “l'identificazione che sommergiamo di rimproveri in noi stessi” (Discorso ai cattolici, p.76). Secondo questa teoria, dietro ad un processo guidato da un apparato di potere, c'è sempre un buco nero di godimento insaziabile. Nel film/saggio The Pervert's Guide To Cinema, Žižek cita come esempio un cartone Disney del 1935 intitolato Pluto's Judgment day.

venerdì 15 marzo 2013

L'Ombra 2.0 è on-line!

Clicca qui per vedere il video



Il video integrale de L'Ombra è ufficialmente di pubblico dominio. Breakdance, Teatro, Videoart: quella che vedrete è la release 2.0 del "contenitore-opera", messo in scena per il Festival della Creatività del Comune di Roma lo scorso 23 Febbraio 2013 presso il Factory. Un ringraziamento particolare al portale e-performance.tv per le riprese e a Laura Garofoli, Claudio Losavio, Paolo Camilli, Alessandro Carbonara, Mask & Deneb per lo sbattimento dell'ultimo minuto (cioè dell'ultimo mese!) per mappare questa versione 2.0 de L'Ombra.

Disclaimer: Immagini, suoni e drammaturgia dell'opera sono inediti o frutto di remix elaborati. Per questo L'Ombra è uno spettacolo "a licenza libera". Presto metterò on-line anche la sceneggiatura.

Se siamo ancora qui, è grazie a tutta una serie di micro-collaborazioni con: Frigo (autore delle musiche), Fabio Fusco e Corrado Scalia (attori nei videoclip), Emanuela Cotellessa (per l'audio in presa diretta), Associazione Ali Onlus/Termini Underground (per la sala prove) + tutti coloro che ci hanno sostenuto moralmente durante un'intero anno di paranoie, prove e  controprove (tanti, tantissimi).

Se volete incrociare nuovi flussi su L'Ombra, visitate la pagina del blog dedicata e ovviamente sentitevi liberi di commentare.

***

PS:
sto decisamente trascurando il blog, ma si sa: un buon sugo necessita di pazienza e fiamma bassa ;-) Se siete affamati di cultura hip hop vi rimando al sito zulunation.it di cui dirigo la redazione, mentre per ricevere breaking-news, spulciate di tanto in tanto il mio twitter.
Hasta luego!

martedì 5 marzo 2013

Memoria indecorosa: quando il decoro urbano cancellò Scialabba

Vandali o vandaQui? È il dilemma paronimico che mi sono posto all'indomani della scoperta di un sito di feticisti del decoro urbano capitolino. A suggerirmi la dritta è stato Gojo, uno dei primi b-boy che ho consciuto quando mi affacciai sulla scena hip hop romana. Iperegogico e senza peli sulla lingua, sintetizzai la sua attitude in questo breve cameo del mio corto. Il writing come il breaking è una disciplina nomade e situata. Breaker e writer convivono con lo stesso fantasma: la loro arte è destinata a sparire nell'immediato futuro e ogni tentativo di fissarla su un supporto (foto/video) ne stantura completamente l'efficacia. Per questo motivo siamo spronati a reinventarci continuamente: con nuovi passi, altri lettering. Ma cosa accade quando questa strategia espressiva si incontra con la memoria collettiva da un lato, e le sovrastrutture sociali dall'altra?

Il caso: il X municipio di Cinecittà, autorizza la realizzazione di un pezzo in memoria di Roberto Scialabba, un militante di Lotta Continua ucciso dai NAR nel 1978, sul muro perimetrale di un istituto compresivo in via Giovanni Bosco. Il giorno dopo, su richiesta di un genitore della scuola, l'ufficio per il decoro urbano, provvede alla completa cancellazione del pezzo. A dare scandalo è stata sia la presenza di simboli politici (pugno chiuso/falce&martello), sia che il suddetto muro fosse stato recentemento ripulito da "800 metri di graffiti", come riporta il Tempo. D'altro canto, come rileva puntalmente il collettivo Militant, la presenza di personale comunale legato all'estremismo di destra, fra cui Mirko Giannotta (dirigente del decoro urbano) e Francesco Bianco (autista della banda che uccise lo stesso Scialabba!), smentisce ogni criterio di "imparzialità" in operazioni come queste.

Prima di muoverci sul difficile piano della memoria politica di questo paese, è bene chiedersi:
cos'è il decoro urbano?
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