lunedì 30 maggio 2011

Shit, Communists again! - Hip Hop & Politica

Dopo gli "impossibili" risultati elettorali di ieri, è d'obbligo un post. Dopo le webcissitudini dell'evento di Casapound dedicato alla Street Art, il rapporto fra Hip Hop e politica è ritornato un topic della scena romana (e non solo). Ci si chiede ancora se la doppia H sia di destra o di sinistra, tentando nel frattempo di delinearne i confini culturali e storici. Nel movimento internazionale, fra nostalgie da 40enni e pietre miliari che se ne vanno (per ultimo Gill Scott Heron), si avverte l'esigenza di cambiamento o meglio, di una discesa a valle, come per orientarsi meglio in vista della prossima scalata.

Ok, ma sto HH è politico o no? - Si e no. Se pensi che la politica sia una jam fra partiti & ideologie, allora no. Se vedi l'Hip Hop come un movimento di contro-cultura, allora si. E c'è contro-cultura al gusto di destra come di sinistra. It's matter of flavour. Storicamente in Italia la doppia H è stata spalleggiata dall sinistra sia per esigenze logistiche (i centri sociali come fac-simile dell'habitat metropolitano americano) sia per affinità ideologiche (libertà d'espessione, diritti civili, critica al sistema). Ed è su quest'ultimo punto che l'ascesa alle comunali della sinistra definita "estremista" può insegnarci una lezione su come il vento di cambiamento sia giunto anche qui da noi, noi della scena italiana. Un incentivo per riguardare al passato - togliere un pò di scheletri dall'armadio certo - e riscoprire l'identità collettiva del Hip Hop, che come la politica:"prima o poi si interesserà di te".

Il fatto che Deleuze, poco prima di morire, si trovasse nel bel mezzo della stesura di un libro su Marx, è indicatvo di una tendenza più ampia. Nel passato cristiano era uso comune per le persone che avevano condotta una vita dissolua ritornare al porto sicuro della chiesa in erà avanzata, in mdo da potersi rinconciliare con Dio. Qualcosa di simile sta accadendo oggi con molti esponenti della sinistra anticomunista. Nei loro anni finali fanno ritorno al comunismo, come se dopo la loro vita di tradimento depravato, volessero morire riconciliati con l'Idea comunista. [...] abbiamo speso tutta la nostra vita a ribellarci invano contro ciò che, nel profondo di noi, sapevamo sempre essere la verità.[...] il nostro messaggio di oggi dovrebbe essere: non averew paura, unisciti a noi! Hai avuto il tuo divertimento anticomunista e sei stato perdonato per esso: è tempo di tornare di nuovo serio!

Slavoj Žižek

giovedì 26 maggio 2011

Balla con noi - Let's Dance

Balla con Noi - Let's Dance
Italia, 2011
Regia: Cinzia Bomoll
Con: bboy Nexus, Rohan, Kacyo, Blast, Cico,
Sonny, Dany e
Alice Bellagamba, Andrea Montovoli,
Masci Musy.

Guarda qui il trailer
Leggi qui la mia intervista







Venerdi, ésce! Dopo quasi 2 anni di attesa, il primo street dance movie all'Italiana atterrerà al cinema. Una jam cinematografica composta da Urban Force, De Klan, Flavor Kingz, Cico (per il b-boying) e Tree Boo, Stop Requested, Moreno Mostarda, Paolo Aloise (per lo stand up). Ma il cinema non è realtà, è magia. Il film non è certamente il The Freshest Kids italiano ma avrà la capacità di mostrarvi una scena "alternativa" niente male: io e Cico nella stessa crew (i malefici Nasty Monkees); Blast che scoatta in smoking & lambretta; Kacyo con le orecchie da scoiattolo. Ok basta ridere! Perchè i bboy sullo schermo se le daranno - come sempre - di santa ragione, lasciando spazio anche a qualche "emozione umana" che non trapela spesso nei nostri footage su YouTube. Più notizie? Andate qui per una mia intervista più completa....Siete già di fronte al cinema!? Venerdì ésce!

 

martedì 24 maggio 2011

Battle Who You Want 2

Battle who you want 2
5vs5 and 2vs2 battle
14 May 2011, Paris
winner 5vs5: EXG
winner 2vs2 bgirl: Joolie Joo & AT
See all the footage here




Italians do it better or...we think so. "Who you want 2" is passed and our bunch of spaghetti-boys&girls left a sign. A full-of-crew Paris has been the location for who really want to battle. The rules are simple: do you wanna battle someone? Ok, let's do it. The crews choose each other and after the first battle, the tournament go on as usual (...quarter, semi, final). That's it? No is not. Icing on the cake, a 2vs2 b-girl battle which seems to have burned down the place. So, what about italians? We won!...or rather she won. B-girl Joolie Joo - florence-blackmamba-moved-to-paris - get the first place with b-girl AT (Flow-Mo/Finland) at 2vs2 battle. Glory, glory Alleluja! One of the best results of the last years for "Bel Paese".



What about the rest of famiglia? Well, same story: we form a super-heroes-justice-league-squad but we can't rise the top, or almost. Licence to Chill - not a fake just-for-winning-team - rapresented Italy with five of his illest guys: Cima and Eddy (Rapid Soul Moves/Abruzzo), Renato (Florence), Takeo (Wired Monkees/Bologna), Max (Milan). B-boys in full effect. Everyone with his own style and a package of experience increased by years of presence in the scene. They won against Fusion Rockers (for me best crew in Spain) but lost in the semi-final vs EXG (congratulation to that crazy crew from Holland!). Bla,bla,bla...Ok, it's time to check the video!



I hope one day Italy would make it. Deserve it, need it. But, living in the end of the times, I can just say: hurry up fellas!


Cosa? Ho scritto in inglese? Beh, è ora di dare un pò di respiro internazionale a questo blog, non vi pare? Il succo del discorso - per chi fosse sprovvisto di lingua inglese - è che Joolie di Firenze ha vinto il 2vs2 di b-girl, mentre i Licence To Chill hanno perso in semifinale con EXG, pur ballando da dio. Basta così: tornate a provare airtrack!

giovedì 19 maggio 2011

L'Evento Hip Hop - lamentarsi,sfancularsi,mimetizzarsi nella scena

La storia finisce, l'evento continua. Dopo una caccia durata 10 anni, il mondo tira un sospiro di sollievo: Bin Laden è morto. Giustizia è fatta. "Fanculo a te" - diceva Monty, uno spacciatore di New York all'indomani del suo ingresso in carcere - diceva: "Per quanto mi riguarda Bin Laden può venire qui e farlo di nuovo se ha il coraggio. Fanculo a Bin Laden". Fanculo a lui e a tutti quelli come lui che minacciano la nostra libertà: stranieri, immigrati, mafiosi, preti, politici e visto che ci siamo "pure Gesù Cristo: un giorno in croce, un weekend all'inferno e poi gli alleluja degli angeli fino all'eternità". Già: l'eternità.
Si perchè la differenza fra storia ed Evento sembra essere proprio questa: la storia ha un inizio e una fine, ma l'Evento (quello con la "E" maiuscola) continua, aldilà della sua causa. L'11 Settembre - direbbe il saggio - "ormai non esiste, ma insiste, sussiste nella realtà delle cose". Lamentarsi, mandare affanculo tutto e tutti è un modo per esprire il proprio risentimento, per negare il fatto, per focalizzare il proprio rifiuto su qualcosa di concreto. Ma l'Evento è incorporeo. Il saggio dice: "E' come un vapore nella prateria". Si può mandare affanculo la storia, le cose, le persone ma non ci si può auto-sfanculare dall'Evento, dalla ferita che ha aperto nella nostra realtà e che continuerà ad insistere anche quando il suo carnefice sarà morto.

Ma veniamo a noi: cos'è il nostro Evento? Cos'altro se non "il nascere dell'Hip Hop". L'incontro con l'Hip Hop coincide con ciò che siamo, che pensiamo, che abbiamo pensato e che penseremo, faremo, sceglieremo.  Ne abbiamo un ricordo più o meno sfocato - io a quattordici anni nella galleria del corso - eppure l'immagine di quell'incontro continua a sussistere, insistere in noi come un liquido fotosensibile su cui imprimere i fotogrammi della nostra vita. Un Evento che ci ha resi "fotosensibili" ad un determinato stile di vita.

Poi le nostre configurazioni mentali cambiano, si cresce e i problemi evolvono. Ma siamo ancora bagnati di quella "fotosensibilità". E allora perchè ci de-sensibilizziamo? Perchè preferiamo lamentarci e fanculizzare l'altro? Invece che dire io "esprimo", dovremmo dire io "imprimo". Imprimo sulla carta fotosensibile del mio essere Hip Hop, tutto ciò che mi arriva dal mondo e così facendo la trasfiguro, lo filtro, in un'immagine "alternativa" della realtà. Ecco la chiave, ecco ciò che ci rende bboy e non semplicemente "opinionisti della breakdance" (e della vita).

Abbiamo un background profondo e al tempo stesso fresco, fatto di pionieri che non superano i 50 anni e di discipline in continua foto-evoluzione. Sfruttiamolo. Informiamoci su chi siamo, confrontiamo le skills, proponiamo nuovi gusti e soprattutto cerchiamo le fonti. Nella simbologia medievale, l'immagine del pavone che beve alla fonte significava immortalità. Attingiamo dunque a questa fonte e dopo averlo fatto, indichiamo agli altri la strada per fare altrettanto. Il resto è opinione, onanismo, ossidazione del pensiero.

Lastra con pavoni a S. Maria in Trastevere.
L'Evento ci ha dato una chiave per interpretare la realtà metropolitana come nessun altro: decifrando un tag, trovando un bboy spot, parafrasando una rima, tagliando un vecchio campione. Se non vivi l'Hip Hop - canta Kaos One - "il concetto che ti e' estraneo rende tutto piu' difficile". Difficile sincronizzarsi con gli altri bboy, col nostro mondo. Con questi strumenti, non con quelli offertici dalla cultura che tanto critichiamo (quella italiana-occidentale-cattolica-mafiosa-televisiva ecc.). Quali sono i loro strumenti? Basta fare un pò di zapping: "secondo me", "l'Italia è uno schifo", "Solo in Italia succede...", "Non è più come una volta", "Io lo faccio per me stesso". Su internet vedo utilizzare le stesse frasi da molti bboy:"Secondo me l'Hip Hop è", "La scena fa schifo", "Solo in Italia le giurie..", "Non ci sono più jam", "Io ballo per me stesso". Dalla tv a internet queste sono ormai divenute "metafore morte". E' un pò come dire: le gambe del tavolo. Nessuno ormai rinvia al paragone fra la forma affusolata della gamba umana e quella del pezzo di legno che serve a reggere il tavolo. Prendiamo "la gamba del tavolo" come un nome in sè, perchè quella metafora è ormai "morta" come figura retorica, il suo peso petico è pari a zero. Perchè? Perchè ci siamo standardizzati ad usare tutti quel termine e lo stesso vale con le lamentele su web e tv. E' tempo di voltare pagina.

Forse sarebbe interessante imparare anche a dire: "secondo lui" oltre che "secondo me". Imparare ad ascoltare. Imparare a specificare fino all'ultimo dettaglio. E' giunto il momento - ma lo è sempre stato - di separare e analizzare, classificare il mondo con gli sttrumenti che "l'Evento Hip Hop" ci ha dato. In una sola parola: "rispettarsi", verbo che nell'etimologia latina (RE-SPICERE) significa letteralmente "guardare di nuovo, guardare addietro". Ritornando al nostro simbolo del pavone che si abbevera, ad un certo punto molte chiese erette dopo l'anno 1000 d.c., iniziarono a sfoggiare tutta una serie di glifi, effigi e steli raffiguranti allegorie in appartenenti a stili figurativi di centinaia d'anni prima (fra cui anche il pavone). Fu una vera e propria opera di "copia&incolla" fra i resti antichi di qualche chiesa decaduta e le nuove architetture che necessitavano una "Storia". Potete trovare un esempio nella facciata della basilica di S.Maria in Trastevere a Roma, dove compaiono decine di effigi applicate sul muro come una specie di caotico puzzle. Evitiamo oggi questo errore. "Guardare addietro" non significa prendere dal passato, ma comprendere il passato ed attualizzarlo per risolvere un problema. Non semplicemente "appiccicarlo" alla facciata (o per usare un termine comune "alla bacheca") del nostro presente per favorire i nostri discorsi.

E last but not least: rendiamoci conto che tutti noi siamo dentro al problema, siamo il problema. Problematizziamoci. Lo psicanalista viene definito in gergo "il soggetto supposto-sapere", poichè per il punto di vista del paziente, lo psicanalista rappresenta la verità (nessuno va spontaneamente in analisi pensando che lo psicanalista sia un ciarlatano!). Al contrario, l'analista non deve cadere nell'errore di pensarsi per davvero un portatore di verità, e anche se lontano dallo sguardo del suo paziente (l'immagine classica del paziente sul lettino mentre Freud fuma la pipa in poltrona), comprende lucidamente che i problemi del suo cliente sono e possono diventare anche i suoi, che il suo ruolo di "soggetto supposto-sapere" è l'illusione che serve al paziente per produrre verità credendo che essa sia invece data dalle parole dello psicanalista (in gergo: il transfert). L'Evento insiste su di noi, e anche se fisicamente ci allontaniamo dal suo effetto (ad esem pio cambiando paese), il solo fatto che continuiamo a parlarne ("l'italia è una merda, l'italia fa schifo ecc.") è la prova evidente che il suo effetto ancora agisce su di noi, quindi ne siamo ancora coinvolti. Peggio ancora: siamo come l'insetto che continua a sbattere sul vetro della finestra perchè non percepisce la trasparenza della superficie che lo ostacola. Crede di essere uscito dalla finestra e invece è ancora dentro la stanza. Credendoci "fuori dai giochi", ci illudiamo di avere uno sguardo "oggettivo" sulla realtà e invece - bam! - di fronte a noi un muro invisibile ci impedisce ormai di toccare le cose con mano, di entrare in contatto, di continuare a farci un'idea. Il saggio dice: "è solo camminando in un parco che puoi fartene un'idea". Il resto sono fotografie, disegni, racconti.

Quindi la verità è solo per chi sta aldiquà del vetro? Nemmeno per sogno. Chi rimane dentro al gioco, vive come in un matrix e si mette ad inseguire falsi miti (falsi "soggetti supposti-sapere"), cadendo inevitabilmente nella tela del ragno (letteralmente nel "web"). Da qui parte l'esterofilia tipicamente nostrana, il culto dell'altro-buono-americano e la sfanculizzazione dell'altro-cattivo-italiano. Dov'è allora la verità? Non è in chi sta "fuori" (insetto che sbatte sul vetro) perchè ormai incapace di comprendere il "dentro"; non è in chi sta "dentro" (l'insetto nella tela del ragno), catturato dal mondo web e incapace di andare "fuori". L'insetto-soluzione è forse la mantide religiosa: insetto letale che trae la sua forza dalla mimetizzazione, non dall'aggressione diretta. Mimetizzarsi, diventare "altro" per un momento, ingannando lo sguardo altrui, confondendosi col paesaggio "esterno". Bisogna ecco avere questa attitudine camaleontica di saper guardare dal di fuori, rimanendo umilmente coscienti di essere sempre e comunque al di dentro. Prendere il punto di vista del paesaggio mimetizzandosi con esso per poi tornare alla realtà e "ferirla", nel senso di modificarla efficacemente, durevolmente.

Una volta Dj Skizo mi disse che si "porta rispetto a chi ha fatto non solo prima di te, ma meglio di te". La storia finisce, L'evento continua.
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